23 dicembre 2025

(just another) pop song ALBUM OF THE YEAR 2025

 




16
Softsurf - Gazing at a Mind
Il quintetto di Nagoya rappresenta bene la passione nipponica per il dream pop, mescolando la distorsione dello shoegaze ad un gusto melodico che cerca sempre la suggestione e mescola delicatezza e romanticosmo. Ma Gazing at a Mind è in verità un album complesso, ambizioso e sfaccettato che testimonia il grande talento di una band dalla notevole esperienza. 


15
Lightheaded - Thinking Dreaming Scheming!
Pochi gruppi come il quintetto del New Jersey riesce a catapultare l'ascoltatore in un mondo musicale parallelo e atemporale dove Belle & Sebastian, Camera Obscura, Talulah Gosh e Phil Spector sono i punti cardinali, ci si veste ancora con gli anorak e si leggono fanzine ciclostilate. Retrò certo, ma per nulla nostalgico, il secondo album dei Lightheaded è un cesto traboccante di delizie jangly pop. 


14
Ex Vöid - In Love Again
Lan McArdle e Owen Williams, veterani della scena britannica, hanno trovato con gli Ex Voïd una sorta di pietra filosofale del power pop. Il secondo lavoro della band mantiene intatta l'entusiastica freschezza del primo: chitarre sfavillanti, grande melodia, il canonico intreccio delle voci maschile e femminile ed una tonnellata di energia positiva. 



13
Autocamper - What Do You Do All Day?
Nel combattuto campionato parallelo delle band che si ispirano all'indie pop originario e suonano come fossero nel 1992, gli Autocamper di Manchester quest'anno mostrano di avere qualcosa in più rispetto a tutti, innovando la tradizione in modo eclettico e freschissimo: due voci, una maschile e una femminile, e un guitar pop dall'anima irresistibilmente twee. 



12
Shapes Like People - Ticking Haze
Carl Mann ha fatto nascere il progetto Shapes Like People per raccogliere canzoni non adatte ai suoi Shop Window senza particolari ambizioni, ed invece l'unione artistica con la moglie Kat le ha trasformate in vere e proprie gemme jangle pop che risplendono della luce abbagliante della propria eterea delicatezza. Un album di straordinaria e catartica gentilezza. 



11
Silk Cuts - Tell Me It's Not True
Il trio di Exeter con il suo disco d'esordio dimostra con onestà disarmante come si possano fare grandi cose con dei mezzi assolutamente artigianali. Il guitar pop dei Silk Cuts, brit fino al midollo, si esalta in una collezione di canzoni che infallibilmente ti migliorano l'umore appena le ascolti, di una raffinata semplicità e impreziosite spesso da archi avvolgenti. 



10
Dreamcoaster - Imaginary Reflections
Tenendo fede al nome della propria band, Jane e Andrew Craig disegnano nel loro secondo album un indie pop dai contorni ampi, dinamico e suggestivo, raffinato nella confezione pure in un'economia di grande essenzialità, allo stesso tempo programmaticamente immediato e catchy, tra Lush e Luxembourg Signal. "End of The Rainbow" è già nel novero dei classici del genere. 




9
Blueboy - A Life In Numbers
Il ritorno della mitica band che ha fatto la storia della Sarah Records dopo quasi trent'anni è di una bellezza e di una forza sorprendenti. Gemma e Paul - i due superstiti del nucleo originario - ripartono dall'inconfondibile stile Blueboy, elegantissimo e levigato nella forma, impreziosito da un'anima folk di eterea morbidezza, ma elettrico e vigoroso in più di un episodio. 



8
Jeanines - How Long Can It Last
La coerenza stilisticra del trio americano ha reso i Jeanines una delle band più riconoscibili dell'indie pop mondiale: canzoni mid tempo che raramente superano i due minuti, chitarra basso batteria all'essenza, la voce sottile di Alicia e quella baritonale di Jed, zero abbellimenti produttivi, melodie di cristallina semplicità che hanno le radici nel jangle pop degli anni '60 e nel twee della Sarah Records. Il terzo album della band non può che essere una conferma assoluta. 



7
Roller Derby - When The Night Comes
Il duo di Amburgo ribadisce con il suo secondo album la propria capacità di tracciare una via personalissima all'indie pop contemporaneo, puntando tutto sull'eleganza levigatissima della confezione (la voce di velluto di Philine Mayer è il plus), una emotività scenografica di baluginante morbidezza ed un corrusco e avvolgente dinamismo. 



6
Jetstream Pony - Bowerbirds and Blue Things
Il supergruppo di Beth Arzy e Shaun Charman - due musicisti con due carriere nella scena indie pop britannica che parlano per loro - arriva al secondo album è piazza un'altra bomba. Il power pop dei Jetstream Pony, perfetto nella sua rotonda essenzialità, fa rivivere lo spirito C86 quarant'anni dopo con una forza deflagrante ed un'energia travolgente e inarrestabile. 



5
Massage - Coaster


Alex Naidus (ex The Pains Of Being Pure At Heart) e Andrew Romano l'hanno detto fin da subito: volevano fare un "gruppo pop". Negli album che la band losangelina ha pubblicato (Coaster è il terzo) lo hanno dimostrato in modo evidente, mantenendo altissimo il livello e dirigendo il loro stile jangly verso una orecchiabilità sempre più rotonda e luminosa che non può non ricordare i Teenage Fanclub. 




4
Pálida Tez - Un Extraño Estado de Ánimo


Esiste una sottile ma solida tradizione dream pop in Spagna e i Pálida Tez ne sono in questo momento i portabandiera insieme agli Apartmentos Acapulco. La band di Albacete ama alla follia i muri irti di chitarre e synth, ma esibisce al contempo una dimensione delicatamente melodica e riesce a fare convivere un'anima quasi cantautorale con stilemi shoegaze. Il suo album di debutto è potente e gentile, trascinante e ricco di sfumature, una torrenziale infilata di pezzi che ti si incollano irrimediabilmente addosso.



Prism Shores - Out From Underneath


Originari dell'Isola Principe Edoardo e basati a Montreal, i Prism Shores sono un piccolo e prodigioso caleidoscopio indie pop, in grado di tenere insieme modelli, ere, generi e sottogeneri dentro un unico pacchetto stilistico elegantissimo, coerente e di una piacevolezza estrema. Il loro secondo album è morbido quasi ovunque e graffiante dove serve, folk, jangly e sfrigolante, immediato e ricco di sfumature, ora accelera, ora si fa obliquo e subito dopo rallenta e diventa catchy e atmosferico.




2
Bridge Dog - Auto Fictions


L'album degli australiani Bridge Dog è senza dubbio alcuno il debutto dell'anno. Il quartetto guidato da Grace Ha e Brian Park si muove con una grazia eccezionale in un territorio tangente al dream pop che potrebbe richiamare alla mente Alvvays o Say Sue Me: chitarre che sfrigolano e scampanellano alla grande, melodie soffici e circolari, la capacità di essere obliqui e catchy al tempo stesso, romantici di un romanticismo shoegazer. 



1
The Beths - Straight Line Was A Lie


La band neozelandese corona dieci anni di onoratissima carriera con il suo album più ispirato, complesso ed articolato. Il songwriting di Elizabeth Stokes - ora denso ed emozionale, ora ironicamente leggero - raggiunge la sua maturità piena anche grazie alla totale dedizione dei suoi tre compagni di viaggio Jonathan Pearce, Benjamin Sinclair e Tristan Deck: amici, complici e musicisti straordinari. Sono i Beths di sempre - energici, melodici, luminosi, corali, dannatamente intelligenti e perfezionisti in ogni soluzione produttiva - ma sono al contempo dei Beths diversi, al servizio di un nucleo d'ispirazione dai contorni decisamente oscuri. E' il miracolo di Straight Line Way A Lie: un album che sa essere durissimo e piacevolissimo, inquieto e colorato, esaltante e commovente. 



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