26 settembre 2020

Snow Coats - Pool Girl EP

Come deve essere fatta la perfect indie pop song? Ovviamente una ricetta non esiste, ma possiamo abbozzare alcuni elementi essenziali: deve essere breve, immediata, facile da ricordare e canticchiare, semplice ma non scontata, parlare di cose quotidiane ma in modo intelligente, assomigliare a tante altre canzoni ma in modo impercettibile. E deve giocare sulla "leggerezza", che è una delle basi di tutta la musica pop e spesso è presa per un difetto, mentre è esattamente l'opposto.

Lunga introduzione per segnalare che Pool Girl, pezzo che dà il nome al nuovo EP degli olandesi Snow Coats, corrisponde in modo quasi totale all'identikit della perfetta canzone indie pop. 

La band di Anouk van der Kamp ha già dato alle stampe un album un paio d'anni fa, pieno di pezzi di buona fattura ispirati in modo evidente a quel folk pop che va di moda da un decennio, ma sembra aver trovato davvero la propria personalità solo nell'EP da poco uscito. Tutti i quattro episodi scintillano di un guitar pop luminoso e programmaticamente piacevole, che non abbandona le radici stilistiche del gruppo ma le potenzia con ritmi gentilmente uptempo e melodie dannatamente orecchiabili. 

Pool Girl, in particolare, è un piccolo miracolo di sorridente ironia e va senz'altro a concorrere per il titolo di canzone dell'anno. 


21 settembre 2020

Emma Kupa - It Will Come Easier ALBUM

Emma Kupa è senza dubbio una delle più talentuose musiciste della scena indie inglese di oggi. Lo ha dimostrato con gli Standard Fare, con i Mammoth Penguins, con i Sugested Friends, ed infine in un recente album condiviso con il grande Darren Hayman. Un po' come Amelia Fletcher, che ha attraversato decenni rendendo unica ogni band a cui ha dato vita, anche Emma - che è ovviamente ancora giovanissima - sembra avere iniziato un viaggio simile, senza fermarsi in una sola isola ma abitandone sempre di nuove.

It Will Come Easier è la sua nuova tappa, intestata a suo nome questa volta, ma in realtà raggiunta con la stessa squadra di musicisti che lavorano con lei negli ultimi anni. La scrittura di Emma Kupa, in modo non differente da quella di una collega americana come Waxahatchee, possiede quella incisiva immediatezza e quella inteligente introspezione che pochi singer/songwriter possono vantare, almeno con questa prolificità. 

Rispetto ai lavori del passato, le sonorità abbandonano quasi interamente l'impronta pop punk e uptempo che Emma ha sempre impresso nelle sue canzoni, ed invece abbracciano una dimensione di quieta e disincantata riflessione sulle cose della vita ("nessuno è un santo, e tutti abbiamo i nostri problemi" riassume in Hey Love), dove la strumentazione segue con discrezione il mood delle liriche, con tinte spesso folk, archi, qualche chitarra gentilmente elettrica. 

Lo stile è indubitabilmente il suo, misurato e leggero, ma è come se ogni episodio del disco - prendendo le distanze dalle sue cose precedenti - fosse concepito per avere un respiro più ampio, anche dal punto di vista della lunghezza, e per esprimere nel mondo più onesto possibile un'esigenza espressiva oggi meno trattenuta dal filtro dell'ironia ma decisamente diretta e a cuore aperto.


16 settembre 2020

Fightmilk - If You Had A Sister SINGLE

In generale non parlo mai di singoli slegati da album o ep, per una pura questione logistica. Faccio però una doverosa eccezione per il nuovo pezzo dei Fightmilk, quartetto londinese che ha già al suo attivo un album, Not With That Atitude, che confesso di essermi perso quando uscì nel 2018 e che segnalo volentieri oggi a quanti, come me, sono stati colpevolmente distratti.

I Fightmilk possono essere tranquillamente avvicinati al power pop di band come i Martha, i Fresh o i Beths: ritmi uptempo, chitarre vigorose, grande slancio melodico e una salutare dose di (auto)ironia, evidente nell'arguzia delle liriche. In più i londinesi hanno al proprio arco la voce prodigiosa di Lily Rae, potente, naturale e decisamente magnetica, ed una allure brit pop che un po' richiama memorie brit pop degli Sleeper e dei Catatonia.

If You Had A Sister celebra il talento dei Fightmilk al suo massimo: nella stimolante dialettica tra un testo quasi doloroso e una dinamica che si fa sempre più esuberante tra jingle jangle e distorsore ed esplode infine in un crescendo memorabile ed emotivamente travolgente.

In attesa di un nuovo album, che speriamo arrivi a breve, inseriamo il nome dei Fightmilk tra i favoritissimi del nostro blog.

11 settembre 2020

Oceanator - Things I Never Said ALBUM

Per noi vecchi indie-nerds il pop contemporaneo è quasi un incubo: gli artisti validi e le canzoni belle non mancano, certo, ma la scomparsa delle chitarre è un trauma da cui possiamo riprenderci solo rifugiandoci in generi che non sono evidentemente alla moda.
Poi però in giro ci sono un sacco di ragazze come la Brooklyniana Elise Okusami che, a dispetto dell'età giovanissima, sono cresciute a pane e indie degli anni Novanta, quando le chitarre erano canonicamente fragorose e imprescindibili.
Things I Never Said, l'album di debutto di Elise con il nome Oceanator, è da un lato un disco di tremenda forza ed impellenza espressiva, e dall'altro una solida macchina indie rock, in grado di mescolare immediatezza melodica e chitarre dalle spalle grosse, elettricamente grattugiate come si deve.
I nove pezzi del disco, senza concessioni a morbidezze di sorta e senza soluzione di continuità, ci accompagnano in un sofferto percorso interiore che trova un senso catartico proprio nell'energia scabra ed essenziale di ogni confezione sonora. E ci fanno conoscere una delle più talentuose singer/songwriter dei nostri giorni.


05 settembre 2020

Widowspeak - Plum ALBUM

Da molti anni i Widowspeak continuano a portare avanti la loro personale linea musicale che attraversa il folk e l'indie pop annodandoli insieme con l'eleganza dei fuoriclasse.
Molly Hamilton e Robert Earl Thomas sono arrivati con Plum al loro quinto disco. Expect The Best, il loro ultimo lavoro, era sembrato un leggero passo indietro rispetto a All Yours, che è indubbiamente il loro capolavoro e data 2015. Nei tre anni successivi i due musicisti newyorchesi si sono presi i loro tempi ed hanno dato vita ad un album breve e compatto che riflette in modo evidente un intelligente sforzo di sintesi e si concentra in nove canzoni di differente mood. Rispetto a una band come i Big Thief, a cui possono essere accostati, i Widowspeak affrontano il cuore della musica Americana con simile spirito indie ma attitudine diversa, meno viscerale e più delicatamente introversa, tanto che la memoria - in più di un episodio (la conclusiva Y2K soprattutto) - non può non andare ai Mazzy Star. 
C'è, nella musica di Molly e Robert, una radicata anima pop, che emerge sempre in superficie e brilla nella ricercata linearità di ogni arrangiamento, sia in quelli più luminosi (Plum) che in quelli più notturni e groovati (The Good Ones), nelle trame ipnotiche e incisive di una Money quanto in quelle classicamente ariose di una Even True Love