21 aprile 2018

04/2018 APRILE [Night Flowers, Say Sue Me, Frankie Cosmos, No Thank You, Blush Response, Nah, The Rightovers, Stephen's Shore, Flying Fish Cove]

ALBUM DEL MESE

Night Flowers - Wild Notion
Dopo gli innumerevoli singoli, che negli ultimi anni hanno segnalato un talento tanto solido quanto regolare, finalmente la band inglese è arrivata all'album di esordio. Wild Notion è esattamente quello che ci si aspettava da Sophia Pettit e compagni: una onesta collezione di dieci pezzi che illustrano con entusiasmo quasi naif quel dream pop solare, dinamico, di elettrica delicatezza, che abbiamo imparato ad amare da tempo. Ci sono i muri di chitarre, la voce morbida di Sophia, i synth atmosferici, i coretti che ti si infilano direttamente in testa, una sezione ritmica che bada al sodo, e soprattutto quella propensione (o propulsione) melodica che tutto pervade e che è il vero marchio di fabbrica dei Night Flowers, tanto che sfido chiunque a trovare una sola delle dieci tracce che non sia un singolo potenzialmente letale. Una splendida conferma.


Say Sue Me - Where We Were Together
Diciamolo subito: i coreani Say Sue Me sono la band indie pop del momento. Il loro secondo album, seguito di un esordio che già ne segnalava la bravura, è (forse programmaticamente) una ricca e ampia antologia del genere. I quattro di Busan possiedono capacità e ambizione e si muovono con agio in un mondo apertamente nostalgico (dei sixties, del C86, del punk alla Ramones, dello shoegaze, dell'indie rock dei novanta...) e adattano le loro frequenze a seconda del bisogno. A tratti sembrano i Camera Obscura, a tratti gli Alvvays. Ora accelerano a forza di carillon jangly, ora rallentano in una dimensione acustica. Un momento aprono il distorsore e quello dopo si abbandonano a trame crepuscolari da west coast. Sfornano canzoni catchy e furbe senza soluzione di continuità e mostrano un'intelligenza fuori dal comune. Cosa vogliamo di più?



GLI ALTRI ALBUM 

Frankie Cosmos - Vessel
Al secondo disco, la band di Greta Kline conferma il suo stile personalissimo ormai immediatamente riconoscibile: canzoni (tante, 18) che sembrano sempre piccoli sketches improvvisati (ma non lo sono affatto), piene di cambi di ritmo, intimistiche e vigorose insieme, sospese tra anti-folk e indie, ovunque orecchiabili, di una stramba e intellettuale freschezza, rigorosamente lo-fi. Una piccola istituzione, ormai! 


No Thank You - All It Takes To Ruin It All
Avete amato il mese scorso il disco di Camp Cope? Bene, ad aprile l'album che fa per voi è quello dei No Thank You di Kaytee Della Monica. La band di Philadelphia spinge sui pedali dei suoi distorsori e produce una serie di canzoni di densa, travolgente, immediata e incazzatissima forza espressiva che lasciano letteralmente senza fiato. 


Blush Response -  Hearts Grow Dull
Ascolto spesso artisti che si rifanno apertamente allo shoegazer, ma raramente ne rimango colpito. I Blush Response di Alister Douglas sono una splendida eccezione. Gli stilemi del genere ci sono tutti e non li enumero. Il plus della band australiana è una capacità di scrittura di livello, che fa emergere melodicamente ogni pezzo dalla trama di eterea elettricità in cui è immersa. 
   


Nah - Summer's Failing EP
Dei twee-pop addicted come Sebastian Voss ed Estella Rosa, i due titolari dei Nah (lei gestisce il blog fadeawayradiate.com), non potevano che creare una piccola meraviglia. L'EP di esordio del duo è un piccolo scrigno di canzoni delicate e frizzanti al tempo stesso. La cover di "Linus"  dei Birdie ci fa riscoprire una canzone di una bellezza commovente.


Stephen's Shore - September Love
Un paio d'anni fa l'EP d'esordio Ocean Blue aveva segnalato le doti fuori dall'ordinario di questi ragazzi di Stoccolma, dediti ad un jangly pop che potremmo definire tranquillamente "classico". Il loro primo album è una fresca e salutare brezza di canzoni melodiche, morbide, brillanti e sempre piacevolissime, piene di magiche chitarre scampanellanti.


Flying Fish Cove - Flying Fish Cove EP
EP di debutto assoluto per la band di Seattle, che sembra una reincarnazione - molto spontanea e amabilmente stonata - dei primi Heavenly. Le quattro canzoni del lotto mettono davvero di buon umore. 


The Rightovers - Die Cruisin' 
Nel 2015 Blue Blood è stato uno dei miei album prefetiti. A distanza di tre anni tornano i Rightovers, di stanza oggi a San Diego, California, con un disco più "sporco" e decisamente meno jangly del precedente: la band ha abbracciato un suono nineties-indie meno immediato ma energico e diretto.