28 luglio 2020

The Crystal Furs - Beautiful and True ALBUM

Beautiful and True, terzo album per The Crystal Furs, è stato raccontato dalle tre di Portland Oregon come il disco della rinascita come persone nuove ("belle e vere", come recita il titolo), prima di tutto attraverso una gioiosa dichiarazione della propria identità LGBT. 
La musica di Steph e Kara Buchanan (a cui si aggiunge ora al basso Rowan Church) è quella che già conosciamo bene (abbiamo apprezzato sia il loro primo che il secondo lavoro): un guitar pop artigianale di canonica ortodossia C86, floreale e profumato di West Coast, retrò con sorridente leggerezza, pieno di motivi orecchiabili e liriche spiritose. 
Tutto è semplice e al contempo nostalgicamente raffinato nella musica dei Crystl Furs, e non può rinuciare a ritmi delicatamente uptempo, una chitarra frizzante, un synth onniprensente e variopinto e una bella mescolanza delle voci. 
Un altro album super estivo.  


23 luglio 2020

The Beths - Jump Rope Gazers ALBUM

Il difficile secondo album. È un cliché della critica musicale da sempre, e come tutti i clichés ha un fondo di verità sotto una patina di puro chiacchiericcio.
Per i Beths il secondo disco arriva dopo un debutto che era letteralmente una bomba atomica deflagrata nella scena indie mondiale:  Future Me Hates Me era una antologia di pezzi talmente intelligenti, orecchiabili, coinvolgenti, gioiosi e potenti da sembrare quasi impossibile che questi quattro sorridenti ventenni neozelandesi riuscissero a suonare così perfetti. 
Beth Stokes e i suoi compagni hanno giustamente lasciato decantare l'effetto sororesa del debutto per un po', ma si vede lontano un miglio che amano troppo quello che fanno per temporeggiare oltre. 
L'attesa da fuori era forse quella di un Future Me Hates Me 2, ma i Beths hanno provato a percorrere strade leggermente diverse dal passato. Va bene, I'm Not Getting Excited ha il tiro garage pop che conosciamo, e quando ci esaltiamo per le dinamiche di Dying To Believe ecco che ci viene da imcollare subito il bollino di qualità "100% The Beths". 
Poi però c'è questa ballata quasi dream pop, Jump Rope Gazers, che è una canzone d'amore di spontanea sincerità (ed evidente autobiografismo) che vira verso uno stile che è decisamente più consono agli Alvvays. E si capisce che i nostri ci tengono a farci capire che vogliono procedere in questa direzione, limando un po' l'elettricità e il profluvio di coretti che li ha da subito contraddistinti, per lavorare su suoni più levigati e vari. Resta ovviamente l'approccio power e catchy di sempre, ci mancherebbe, ma pezzi come Acrid, Out Of Sight, You Are A Beam Of Light (una sognante carezza acustica da brividi) ci mostrano una maturazione evidente della band, in grado oggi di sfruttare il proprio portentoso talento con un ventaglio di soluzioni ancora più ricco, anche se forse meno esplosivo. 
In ogni caso, un album di straordinaria bellezza da uno di quei rari gruppi che, se non ci fossero, bisognerebbe inventarli.

18 luglio 2020

Phoebe Bridgers - Punisher ALBUM

A poco più di vent'anni di età, è un po' come se Phoebe Bridgers avesse già vissuto un paio di vite. Cresciuta a Los Angeles in una famiglia che l'ha preparata per una precoce entrata nello stardom, ha esordito come cantautrice giovanissima, osannata dalla critica, e ha attraversato una complicata relazione con Ryan Adams finita con accuse di violenza psicologica subite da parte del celebre musicista. Nel frattempo Phoebe ha viaggiato in tour in mezzo mondo e dato vita a un interessante progetto collaterale con due bravissime colleghe come Julien Baker e Lucy Dacus.
Punisher, il suo secondo lavoro, esce da tutte queste esperienze ed è per forza intriso della visione introversa e al contempo ironica dell'artista losangelina. Ecco allora che ci sono molti episodi di essenziale emotività, retti da un'elettronica delicatamente scheletrica (non biasimatemi se azzardo che è un po' una Billie Eilish depurata da ogni pattern superpop, è un complimento), piena di carezze e altrettanti schiaffi sonori. Ma ci sono anche momenti di puro divertimento come la portentosa Kyoto, piccolo travolgente inno indie che narra in modo spassoso e sbilenco la nippofilia diffusa e conclude sarcastico "volevo vedere il mondo e allora sono volata oltre oceano, poi ho cambiato idea". E ci sono ballate acustiche che potremmo tranquillamente dichiarare classiche, con tanto di archi. 
Punisher è in definitiva un album complesso, non immediato, e tuttavia meravigliosamente catchy nelle sue trame apparentemente diafane. Uno scrigno di gioielli che superano i generi e brillano della personalità fortissima della musicista che li ha creati.
Uno dei dischi imprescindibili del 2020.





13 luglio 2020

Nat Vazer - Is This Offensive And Loud? ALBUM

Senza dubbio fare musica deve essere una faccenda seria per l'australiana Nat Vazer, se è vero che un paio d'anni fa ha abbandonato il suo praticantato come avvocato nella natia Melbourne per scrivere e suonare. Trasferitasi per un po' in Canada e poi ritornata a casa, esordisce oggi con un album a dir poco convincente.
Nat appartiene, direi, alla ormai vasta categoria di cantautrici indie con la chitarra elettrica a tracolla. Categoria ormai talmente nutrita che emergere sulla massa non è per nulla facile. Quali sono allora le frecce all'arco dell'australiana? Innanzitutto la voce - chiara, morbida, educata - e poi una limpidezza di scrittura che forse non possiede ancora una personalità travolgente ma sicuramente ha dalla sua un naturale equilibrio e, passatemi il termine ma mi sembra adatto, "buon gusto", frutto evidentemente di ascolti che sono passati per forza dai primi Radioehead (Grateful lo denuncia con spontaneità).
Le nove canzoni del disco scorrono con ricercata leggerezza, trovano sempre il loro dinamismo ma si fermano sempre poco prima di diventare troppo ruvide ed elettriche e puntano sempre ad una rotonda piacevolezza catchy che tante colleghe rifuggono perchè "poco indie". In una parola, per quanto abusata, sono belle. Nell'estetica quanto nella sostanza e nell'intenzione.

08 luglio 2020

Kidsmoke - A Vision In The Dark ALBUM

Poche band come i gallesi Kidsmoke mi sembra che possano portare avanti l'eredità di una pietra miliare dell'indie pop come i Teenage Fanclub. Musicalmente il formidabile trio scozzese era diverso e più complesso, tuttavia nello stile di scrittura e nelle sonorità luminose dei Kidsmoke mi sembra di rivedere esattamente la stessa idea di pop: programmaticamente operaio e dannatamente catchy, tutto imperniato sulla leggerezza melodica, l'armonia delle voci e le trame dinamiche ed ariose delle chitarre.
I quattro gallesi, nel loro vero album di debutto dopo una lunga serie di singoli, ep e live di qua e di là dall'Atlantico, mostrano esattamente quello stesso piglio: gli undici pezzi del lotto, orecchiabili e splendidamente jangly (le chitarre di Lance Williams e Sophie Bellamy dialogano con elgante naturalezza) possiedono una freschezza e una forza comunicativa che personalmente mi ricorda le cose più belle (e già all'epoca mai finite in copertina) dell'era brit pop: i Dodgy, per dire, o i Bluetones, o i Gene... Gente che sapeva fare canzoni, esattamente come i Kidsmoke dimostrano con il loro disco, che ha il giusto mix di coinvolgente spontaneità e cesello produttivo. 
Un altro must dell'estate 2020.  

03 luglio 2020

Candace - Ideal Corners ALBUM

Sarah Rose, Sarah Nienaber e Mara Des Lauriers suonano insieme da più di dieci anni e come Candace sono arrivate al terzo album. La chimica fra le tre musiciste basate a Portland Oregon è indubbiamente efficace, e Ideal Corners prosegue con elegante naturalezza la ricerca di quel dream pop di velluto e luci tenui di cui le Candace sembrano ormai essere delle specialiste. 
Le ragazze in verità hanno lavorato più sull'essenzialità che su sonorità articolate: l'effetto etereo e sognate di quasi tutti i loro pezzi è ottenuto con l'uso delle voci (alternate, armonizzate, raddoppiate con l'eco) e con il jingle jangle languido delle chitarre, mentre basso e batteria pulsano con densa morbidezza. 
Il risultato sono dieci pezzi di raffinata, notturna, atmosferica e sottilmente malinconica dolcezza.