29 agosto 2020

Cave People - Looking ALBUM

Come ben sapete sono un nostalgico dell'indie dei Novanta, e quando mi ritrovo tra le mani un disco nuovo e interessante che fa l'occhiolino a quel tipo di sound, faccio un salto sulla sedia.
Mi è capitato appena ho ascoltato questo Looking, che è - se non conto male - il quarto album di Cave People, band / progetto solista intestato al musicista di Screanton, Pennsylvania Dave Tomaine.
Le dodici canzoni di Looking sondano con intensità il versante più morbido e cantautorale di quell'indie là, quello che rimpiangiamo, diciamo dalle parti dei Neutral Milk Hotel e degli Sparklehorse, ma anche dei Lemonheads, che come termini di paragone sono di per sè impegnativi ma anche entusiasmantei. 
In ogni pezzo in genere Tomaine parte quasi folk e poi apre i distorsori, con una dimensione di forte immediatezza che va a braccetto con una politica ormai lontana dal lo-fi delle origini.


 

23 agosto 2020

Special Moves - Little Help ALBUM

 Gli storici dell'indie pop sanno bene come Olympia, Washington, sia stata la capitale reale e ideale al tempo stesso di tutta la scena americana dagli anni Novanta in poi. E non a caso lì dalle parti dell'alta costa occidentale c'è da sempre fermento.
Proprio da Olympia viene Josh Hoey, che da molto tempo si dà da fare fuori e dentro altri gruppi indie della zona. Special Moves è il suo ultimo personale progetto, che nasce come una sorta di hub di cui lui è il centro e i raggi sono altri musicisti che danno, come recita il titolo dell'album, il loro "piccolo aiuto".
Josh stesso descrive il suo gruppo allargato come "open-source DIY rock band", con un'enfasi particolare su quell'elemento artigianale, lo-fi, entusiasticamente spontaneo che è il vero motore del nineties-indie a cui in modo evidente si ispira. 
Cosa c'è allora in Little Help? Chitarre soprattutto, quelle che ci piacciono da morire - jangly, distorte, gracchianti, frizzanti - e una serie di canzoni brevissime che sembrano appena uscite da una registrazione in garage e ci fanno andare piacevolmente la memoria ai primi Pavement, ai Guided By Voices, ai Sebadoh, agli Husker Du... Special Moves offre niente più e niente meno che quel tipo di suono e di attitudine, con un grande amore per quello che Hoey sta facendo e una vena pop sotterranea ma ben presente.



18 agosto 2020

Dog Day - Present ALBUM


E' passato talmente tanto tempo dall'ultimo album a nome Dog Day che, personalmente, non ricordavo nemmeno di avere già incontrato la band di Halifax in passato. E invece Seth Smith e Nancy Urich, motore del gruppo fin dagli esordi, sono in giro da 15 anni buoni e hanno in curriculum diversi album inspirati ad un post punk umorale e melodico al tempo stesso.
Chitarre dinamiche, synth onnipresenti e voci piacevolmente alternate sono senza dubbio la formula magica dei Dog Day: è quello che i canadesi sanno fare bene da sempre, ed è di per sè un'ottima notizia che le tredici canzoni di Present li vedano ancora in piena forma alle prese con il loro indie pop di timida raffinatezza, sospeso tra una dimensione artigianale ed una risoluta cura dei perticolari. 
Smith e Urich credono nel canone della three minute song, e qui ce ne sono diverse davvero belle, spartite più o meno a metà tra una sottile bruma dark e una preziosa e scintilante leggerezza indie (Trouble è un gioiello).

13 agosto 2020

Winter - Endless Space (Between You & I) ALBUM

Seguiamo le produzioni di Samira Winter fin dagli esordi, e fin dagli esordi abbiamo apprezzato il talento della musicista brasiliana-americana, che fin da subito è riuscita a costruire uno stile personale attorno al suo dream pop luminoso ed etereo. 

Dopo un paio di EP dagli esiti altalenanti, Winter ritorna con un album che rinnova il suo personale gusto per le produzioni di raffinatezza quasi estenuata, e che sempre di più mostra un cuore ispirato alla psichedelia californiana dei tempi d'oro, con un tocco leggero di esotismo brasiliano e un involucro di elettronica patinata. 

Le canzoni di Endless Space programmaticamente filtrano pop e shoegaze in quantità pari, mettendo insieme alla fine un guitar pop zuccherino in cui le chitarre quasi vengono inghiottite dalle scie baluginanti dei synth e dalla voce di Samira.

Il risultato è senz'altro interessante - e le strutture stesse dei pezzi sperimentano strade non scontate - ma rispetto agli inizi di cui parlavamo è come se qualcosa in realtà si fosse perso.


08 agosto 2020

Phosphene - Lotus Eaters ALBUM

Da molti anni i Phosphene sono ativi sulla scena di Portland, Oregon, proponendo una loro personale versione di dream pop mesmerica, notturna e sottilmente inquieta e inquietante, non distante in fondo dallo stile dei Fear Of Men. 
Rachel Frankel, voce e chitarra, e il batterista Matt Hemmerich sono arrivati oggi al loro terzo album, lavorando sodo sulla produzione e insistendo sulle atmosfere dense, sulle dinamiche in crescendo e sui jingle jangle sghembi di chitarra di cui sempre sono maestri. I tempi dei dieci pezzi sono dilatati e, le algide melodie viaggiano sulla lama sottile che divide l'immediatezza dal programmaticamente obliquo. Su tutto domina un fascino autunnale da giorno di pioggia.


 

02 agosto 2020

Juniper Moon - El Resto De Mi Vida REISSUE

Non sono mai stato un fan delle reissue, per quanto sia un fan nostalgico dell'indie pop dei tempi d'oro. Tuttavia il caso dei Juniper Moon è davvero particolare.
La band spagnola ha avuto un istante di gloria nel passaggio del millennio, ormai vent'anni fa, riuscendo ad uscire dal suolo patrio per farsi notare nei festival internazionali. Nel 2002 pubblicava l'unico album, El Resto De Mi Vida, che già in copertina dichiarava con sorridente orgoglio "wow! this is fresh and sweet punk pop!", il che descrive già alla perfezione il contenuto delle 14 spumeggianti canzoni del disco.
Nel giro di poco i Juniper Moon si sciolsero, permettendo a due membri del gruppo, Ivan e Eva, di portare avanti l'eredità con i psichedelici Linda Guilala, e finendo scandalosamente dimenticati.
Ha fatto benissimo la Elefant, a ripubblicare quell'unico formidabile album, infilandoci dentro altri sedici pezzi, tra singoli sparsi e versioni alternative, creando una completa e coloratissima antologia del talento straordinario della band.
Se non avete mai incontrato i Juniper Moon sulla vostra strada, è un'occasione da non perdere per innamorarvi del loro travolgente guitar pop uptempo e super catchy, pieno di idee e di sorprese, nutrito tanto del punk più classico quanto di tutta l'ondata indie pop del C86, talmente entusiasta ed entusiasmante che potrebbe essere tranquillamente uscito ieri, altro che diciotto anni fa.
Assolutamente imperdibile!