Michael Kay Terence è uno di quegli artisti che dà chiaramente l'idea di utilizzare la musica che scrive, suona e produce come una forma di terapia. Già era evidente nel primo mini album Familiar Patterns e nell'ep Safe House uscito un anno fa: liriche di timida introversione, chitarre liquide e la ricerca di una sorta di cullante circolarità melodica ad un tempo avvolgente ed inquieta.
Troviamo la stessa impronta stilistica anche nel nuovo lavoro del musicista scozzese targato Swiss Portrait: otto pezzi che parlano la lingua di Day Wave (quindi per osmosi di Hazel English), di Funeral Advantage, dei Luxembourg Signal, ma in qualche modo - nel languore vocale, nel tessuto soffice dei suoni e dei synth (I Know)- anche dei Cigarettes After Sex.
Il dream pop introspettivo di canzoni come Before, Paper Houses, Always, Lost, All I Want possiede immancabilmente un'aura di catartica leggerezza nel suo delicato intreccio di chitarre jangly e tenuemente frizzanti, che piacerebbero da morire anche a un Glenn Donaldson (The Red Pink & Purples). Il tutto realizzato in una dimensione da cameretta che contempera con equilibrio essenzialità e grande cura dei particolari. E con una naturale capacità di essere denso e arioso allo stesso tempo.
Indubbiamente una notevole conferma.