31 marzo 2021

SINGOLI DI MARZO 2021: Teleclub, No Suits In Miami, Bryde, Fresh, The Catenary Wires, Ghost Transmission, Roan Yellowthorn, Fightmilk

 CANZONE DEL MESE:

Teleclub - Xiki Yokse

Dalla provincia spagnola alla blasonata Elefant Records: i tre giovanissimi Teleclub potrebbero essere i nuovi Juniper Moon. Il loro debutto assoluto è un pezzo power pop con voce distorta, synth essenziale, chitarre fragorose e soprattutto un chorus killer che ti si stampa in testa e non ti abbandona più. 


I SINGOLI DI MARZO:

No Suits In Miami - Make You See

Il dream pop liquido, avvolgente e melodico della band di Lund è sempre una gradita conferma.


Bryde - Silent All These Years
Sarah Howells, in arte Bryde, ha già diverse pubblicazioni alle spalle. Questa cover di Tori Amos è davvero emozionante. 


Fresh - Girl Clout
Tornano dopo quasi due anni i punk gentili Fresh. Uptempo, 2 minuti, la solita trascinante energia.


The Catenary Wires - Mirrorball
Amelia Fletcher e Rob Pursey non hanno bisogno di presentazioni: l'indie pop l'hanno creato. Mirrorball mostra ancora una volta che il loro tocco magico è immutato. 


Ghost Trasmission - Stand Still
La band spagnola in una languida ballad che omaggia i Mazzy Star. 


Roan Yellowthorn - Acid Trip
Il nome nasconde in realtà la musicista newyorkese Jackie MacLean. Acid Trip è in fondo una canzone classicissima e radiofonica, e non so dire perché ma la trovo irresistibile. 


Fightmilk - Overbite
Il 14 maggio esce il primo album dei Fightmilk. Per ingannare l'attesa (per me trepidante) ecco il nuovo singolo, sempre in nome del power pop più catchy e sbarazzino. 

28 marzo 2021

Middle Kids - Today We're The Greatest ALBUM

Come tutte le band indie che mirano ad un riconoscimento mainstream e in qualche misura riescono ad ottenerlo, anche gli australiani Middle Kids hanno un impatto decisamente divisivo: chi li ama, chi non li sopporta. 

Personalmente il loro primo album Lost Friends mi era sembrato valido, pur senza farmi impazzire. In verità ciò che avevo apprezzato meno all'epoca è ciò che invece mi piace molto adesso, ovvero la voglia del gruppo australiano di piazzare sempre il chorus indimenticabile, di puntare ad una dimensione antemica e scenografica in quasi ogni episodio. La scelta, insomma, di suonare deliberatamente "pop", di spingere sull'acceleratore melodico, di creare crescendo emozionali e affidarsi senza remore alla forte personalità ed al fascino vocale indiscutibile di Hannah Joy. 

Ciò che trovo particolarmente efficace nei dodici pezzi del nuovo album è l'equilibrio tra una produzione di serie A (ben poco indie, certo), patinata e scintillante come si deve, ed una scrittura che - al di là dell'ambizione a finire nella colonna sonora di mezza dozzina di serie TV - alza il livello rispetto al passato, non viaggia mai sopra le righe e manifesta intelligenza anche nei momenti più dannatamente catchy. Pezzi come Bad NeighboursR U 4 Me?, Questions, Lost In Los Angeles, Summer Hill, Some People Stay In Our Hearts Forever- ma ne potrei citare altri - ognuna con il suo mood tra FM rock, dream pop e folk pop elettroacustico, sono macchine dagli ingranaggi perfettamente oliati costruite per fare breccia immediatamente in chi ascolta. Il che non è certo un difetto, se - come avviene qui - gli ingranaggi girano senza intoppi. 

24 marzo 2021

Bleach Lab - A Calm Sense Of Surrounding EP

Gli inglesi Bleach Lab sono una band relativamente nuova - esistono da un paio d'anni - e dichiarano di ispirarsi ai Mazzy Star e agli Smiths, due termini di paragone apparentemente molto lontani. In verità le canzoni del loro EP di debutto non ricordano né Hope Sandoval né Morrissey, per quanto da un lato l'educatissima voce di miele di Jenna Kyle sia senz'altro un plus della band e dall'altro ci sia un prezioso lavoro nell'intreccio delle chitarre.

Il dream pop vellutato e atmosferico del gruppo di Londra possiede già una notevole personalità, che va di pari passo con una evidente ambizione che traspare nella cura dei dettagli formali, in una produzione che tutto fa pensare ma non a una band quasi esordiente. 

I cinque episodi dell'EP sono equamente solidi e gentili, romantici nell'anima, impostati su ritmi di ampia lentezza e crescendo di scenica efficacia. Senz'altro una delle nuove band da tenere d'occhio per il futuro.

20 marzo 2021

Model Village - World of Carp ALBUM

Nel lontano 2015 Healing Center dei Model Village era finito con merito tra i nostri album preferiti dell'anno. Da allora nessuna notizia sulla band inglese, fino all'uscita di questo nuovo album, che ci fa reincontrare piacevolmente Lily Rose e compagni come se il tempo non fosse mai passato.

I Model Village esistono in verità da ben più di un decennio, e da sempre suonano un folk pop raffinato che si nutre dell'artigianato pop inglese più colto (Prefab Sprout, The Beautiful South, XTC) senza perdere di vista i Fleetwood Mac,  ma lo fa con leggerezza jangly degli Allo Darlin e con lo spirito eclettico dei Belle & Sebastian o dei Camera Obscura.

La scrittura sofisticata del collettivo di Cambridge si declina nella sua sicura capacità di attraversare i generi per essere semplicemente "pop", centrando sempre una grande immediatezza melodica e mettendo in fila episodi dai ritmi ed umori spesso ben diversi: il brio arioso di Oslo e Roll It Over e la delicatezza sognante di Sunburn, ma anche le ironiche vibrazioni funk di Popular Band, il rithm and blues addomesticato di Roles e Variety Box e la malinconica solennità di Miseyguts.

16 marzo 2021

Adult Mom - Driver ALBUM

Sono passati ben tre anni da quel Soft Spots che aveva attirato a Stevie Knipe applausi e consensi unanimi.  Tre anni interrotti giusto da un pregevole split single smezzato con Laura Stevenson, altra singer songwriter che - insieme ad un pugno di colleghe - sta rinnovando con merito la tradizione del cantautorato femminile americano. 

Dall'esordio fino a qui, Adult Mom ha subito una lenta metamorfosi da una dimensione "da cameretta" sostanzialmente acustico lo-fi, ad una più indie e garage pop, fino alle canzoni di questo Driver, che si muovono sopra i generi mantenendo, sotto la superficie elegante e increspata di una produzione misuratissima, quel cuore folk e open hearted che la Knipe non ha mai abbandonato. 

Molti episodi occhieggiano alle ultime cose di Waxahatchee e di Soccer Mommy, ma c'è anche un po' del fascino notturno di una Phoebe Bridgers e, perché no, della raffinatezza di una Aimee Mann e dell'essenzialità sofferta di una Cat Power. 

Le liriche (belle, acute, dirette) restano il centro attorno a cui gira tutto il resto, virando ora su atmosfere più "americane" e obliquamente intime che vanno piano piano a dilatarsi, ora su aperture pop che arrivano quasi inaspettate (Sober). 

In Driver non c'è forse l'immediatezza dell'album precedente, ma è davvero lampante la ricerca di scrittura che Stevie Knipe ha intrapreso negli ultimi anni. Così come è indiscutibile il talento che ce la fa indicare tra le migliori artiste indie della sua generazione. 

11 marzo 2021

Field Mouse - Memory Card ALBUM

Il sottotitolo di Memory Card è "canzoni che o ci piacevano o siamo stati costretti ad ascoltare un sacco ai tempi del liceo", ed in effetti il nuovo album dei Field Mouse è al 100% una collezione di cover, scelta coraggiosa per la band di Philadelphia che nell'anno della pandemia ne ha registrata una al mese seguendo gusti e inclinazioni propri e dei fan.

Il dream pop della band di Rachel Brown è da sempre notturno e ambizioso nelle strutture e nelle sonorità ed è bello e interessante andarne a rintracciare qui, nei 12 pezzi del disco, le fondamenta ideali. Diciamolo subito: un disco di cover ha senso se le canzoni omaggiate e risuonate sono rivissute e non semplicemente risuonate, e in Memory Card questa è una garanzia assoluta: Brown, Futral e compagni sono musicisti di grande sensibilità e le canzoni sono davvero una più emozionante dell'altra (e apriranno indiscutibilmente mondi di memoria negli ascoltatori non più giovanissimi come il sottoscritto): l'essenzialità folk stralunata di Daisies Of The Galaxy degli Eels, l'indie lineare di Found Out About You dei Gin Blossoms (chi se li ricordava?), quel capolavoro che è It's A Shame About Ray dei Lemonheads, la straziante follia di Chaos Of The Galaxy / Happy Man degli Sparklehorse reinterpretata con una stupefacente spettrale delicatezza, e poi una commovente Name dei Goo Goo Dolls che risale a prima del successo planetario ed è una formidabile riscoperta; e ancora niente di meno che Crash Into Me di Dave Matthews, a seguire una ovattata Amateur dei Nada Surf e un monumento come When You Sleep dei My Bloody Valentine de-shoegazerizzata con grande raffinatezza. A chiudere una Losing A Whole Year dei Third Eye Blind (la scelta sembra più che allusiva alla situazione attuale) dove ritroviamo lo stile rotondo dei Field Mouse.

In definitiva, una eccezionale infilata di belle, bellissime canzoni, suonate con un esplosivo mix di talento e di amore. 

06 marzo 2021

Bathe Alone - Last Looks ALBUM

Bailey Crone non ha remore a definire il proprio stile dream pop e in effetti la musicista di Atlanta sembra aderire in modo programmatico ai canoni del genere. Le nove canzoni del suo album di debutto sono concepite - lo dichiara lei stessa - per sdraiarsi a terra e stare lì a guardare il soffitto, immergendosi nei propri pensieri, il che di per sé è sicuramente una delle caratteristiche basilari del dream pop, declinandosi poi in differenti umori e ricerche sonore.

Quanto a umore, i pezzi di Bathe Alone sono colorati di quella stessa soffice malinconia che avvolgeva le prime cose di Hazel English, vagamente cupa e al contempo stranamente confortevole. 

Le sonorità poi sono frutto di un evidente sforzo di produzione che Bailey ha gestito in buona parte da sola, suonando praticamente ogni strumento: le chitarre si abbandonano spesso al proprio eco distorto, la voce si deposita delicata sulla musica e vi si scioglie dentro, i synth ci sono ma raramente preponderanti, le strutture dinamiche dei pezzi cercano strade non del tutto immediate mantenendo una timida ma efficace impronta melodica. 

Calm Down, l'unico pezzo che ha un tiro apertamente pop, è di per sé un gioiello di eleganza sognante e vale il viaggio. 

01 marzo 2021

SINGOLI DI FEBBRAIO 2021: The Blue Herons, Porkboii, Hadda Be, Ciel, fine., Chloe Berry, The Third Cut, Phantom Handshakes

 I SINGOLI DEL MESE DI FEBBRAIO 2021:

Porkboii - Affection Is Nice

La californiana Sarai Tirado fa le sue canzoni da tempo con il bizzarro nome Porkboii. Il nuovo singolo ha una delicatezza sognante e atemporale. 

Hadda Be - Another Life

Indie pop muscolare nello stile dei Martha per il quartetto di Londra. Album in arrivo a primavera.

Ciel - Pretty Face

Gli olandesi Ciel continuano nella linea del loro dream pop morbido e raffinato che ricorda i primissimi Cardigans. 

fine. - 2023

Il terzetto di Boston (dal nome rigorosamente minuscolo e puntato) suona un folk pop dinamico e davvero molto interessante, un po' Decemberists, un po' Neutral Milk Hotel. 2023 è un grande pezzo. 

Chloe Berry - Fed Up With You

La diciannovenne di New York è un grande talento. Il nuovo singolo è una strana creatura lo-fi dove convivono guitar pop obliquo, cambi di ritmo e fiati sontuosi. 

The Third Cut - Sugar, Stop

Lo stile degli inglesi è stravagante e strabordante, con grandi melodie e arrangiamenti sopra le righe. Il pezzo più divertente del mese. 

Phantom Handshakes - No Better Plan

Il duo newyorkese è sempre garanzia di un post punk in purezza, squadrato e soffice allo stesso tempo, ipnotico e suggestivo. 

LA CANZONE DEL MESE:

The Blue Herons - Endless Rain

Il dream pop dei Blue Herons si fa ancora più morbido e delicato (ma sempre luminosamente ottimista) con un pezzo ispirato dall'attualità. Meravigliosi come sempre.