12
Jeanines - Don't Wait For A Sign
I tredici pezzi del secondo album di Alicia Jeanine e Jed Smith sono altrettante miniature, perfettamente compiute nei loro due minuti di durata (o meno!), depositarie dello spirito artigianale dell'indie pop delle origini, twee nell'anima e deliberatamente retrò, adorabili in ogni scampanellio di chitarra e in ogni armonia vocale.
11
Snow Coats - If It Wasn't Me I Would've Called It Funny
Tra tante band di "punk gentile" di oggi, gli Snow Coats sono quella che spinge di più sul pedale pop. Gli olandesi sanno come scrivere una canzone orecchiabile e sono sempre terribilmente efficaci. Il loro secondo disco è un notevole passo in avanti: una infilata di pezzi di energetica piacevolezza, dolci e frizzanti come una bibita ghiacciata nel caldo estivo.
10
Roller Derby - Singles Collection
Con al centro dei riflettori una cantante, Philine Meyer, che sembra una Nico rinata in veste indie pop, i tedeschi Roller Derby ambiscono ad essere la band più raffinata dell'anno e ci riescono in pieno: grazie ad un afflato pop che parte dall'epoca dorata dei Sixties, attraversa paesaggi post punk ed arriva idealmente alla modernità degli Alvvays, la band piazza - come da titolo - una serie micidiale di singoli di irresistibile piacevolezza.
9
No Suits In Miami - Nothing Ever Happens
Non può mancare la quota svedese nella lista dei dischi dell'anno. Quest'anno tocca alla band di Michelle Dzegoeva che, giunta al secondo album, conferma il fascino crepuscolare di un guitar pop che ama le ombre di inquietudine post punk, ma alla fine dà il meglio di sé nelle aperture di sognante gentilezza e di sfrigolante energia catchy.
8
The Reds Pinks & Purples - Summer At Land's End + They Only Wanted Your Soul
Le colorate row houses di San Francisco, un profluvio di chitarre jangly e una fresca brezza di malinconia. La musica di Glenn Donaldson da sempre si muove su queste strade consuete, e lo fa con il tocco unico, tenero, a tratti disarmante, di un musicista che racconta la vita nelle proprie canzoni. Fra le tante uscite di quest'anno (è nota la inarrestabile prolificità di Glenn), due album che un po' si completano e che meritano di essere ascoltati insieme.
7
Kindsight - Swedish Punk
L'esordio del quartetto danese è un mix esplosivo di leggerezza e raffinatezza, in nome di un guitar pop che ama tanto i ritmi uptempo quanto la morbidezza melodica e le tessiture jangly. Un po' primi Cardigans, un po' The Sundays, la band di Nina Hyldgaard Rasmussen non disdegna qualche soluzione inusuale nella scrittura dei pezzi e sovrappone delicatezza ed elettricità per ottenere una formula personale di suggestiva immediatezza.
6
Ex-Vöid - Bigger Than Before
Rinati come l'araba fenice dalle ceneri dei Joanna Gruesome, i londinesi giocano nello stesso campionato di band come Fresh, Martha ed Happy Accidents, che quest'anno pure hanno pubblicato album validissimi (menzione d'onore per tutte, anche se non sono nella top 12!). Cosa possiedono allora in più le canzoni di Bigger Than Before? Innanzitutto un'urgenza comunicativa fuori dall'ordinario, e poi una capacità di utilizzare stilemi punk con eclettica libertà, una intelligente rilettura della lezione dei Big Star e dei primi Teenage Fanclub e, in definitiva, dieci canzoni di bruciante potenza.
5
Castlebeat - Half Life
Josh Hwang conosce la formula della perfect pop song: una fresca pioggia di chitarre jangly e synth anni '80, melodie di sognante tenerezza, diffuse memorie dei New Order e dei Cure più melodici, il tutto con un cuore palpitante di essenzialità lo-fi. Le canzoni di Half Life sono il perfetto riassunto di quello che sono da sempre i suoi Castlebeat, talvolta quasi algide e geometriche, ma più spesso illuminate da una sfolgorante leggerezza.
4
The Beths - Expert In A Dying Field
I Beths, non c'è dubbio, sono una band che si diverte da matti a suonare insieme. E così Elizabeth Stokes e i suoi tre compagni, arrivati al terzo album con la sicurezza nei propri mezzi tipica dei veterani, fanno alla grande (con quel misto di spontaneità e cura dei dettagli che da sempre li contraddistingue) ciò che sanno fare meglio: sfornare canzoni power pop intessute di chitarre energetiche, armonie vocali e una coinvolgente luminosa ironia. Se non ci fossero, bisognerebbe inventarli!
3
Basement Revolver - Embody
E' sempre notte negli album del gruppo canadese: una notte che è metafora di un profondo disagio in cerca di riscatto, satura dell'elettricità statica di chitarre quasi shoegaze, illuminata dal bagliore caldo della strepitosa voce di Chrisy Hurn e trascinata con forza inarrestabile verso la luce del giorno dai quei poderosi crescendo immersivi che da sempre sono il vero marchio di fabbrica della band. Un disco emotivo ed emozionante, di intensa, vissuta e liberatoria introspezione, etereo e rumoroso insieme, sostenuto dall'ambizione di costruire prima di tutto un'esperienza totalizzante e catartica.
2
Say Sue Me - The Last Thing Left
1
Alvvays - Blue Rev