Philippe Lavergne e Thierry Haliniak fanno parte di quella meritevole schiera di musicisti che hanno tonnellate di esperienza alle spalle (vi risparmio l'elenco delle band in cui hanno suonato, mi limito a segnalare che Haliniak ha collaborato pure con i nostri adorati Blue Herons) ma sono poi capaci di rimettersi in gioco con nuovi progetti sfoderando uno spirito da ventenni.
Il nuovo progetto in questione è un duo che in realtà è un trio (Gilles Ramey si occupa delle liriche che, tra parentesi, sono davvero splendide) chiamato Meyverlin, che con questo Daily Events riveste il ruolo di band esordiente di lusso, visto e considerato il pedigree dei due artisti francesi.
Le undici canzoni del disco si muovono con aerea eleganza nel coté più jangly e luminoso del dream pop, dove si incrociano memorie del C86 più leggero, dei gruppi della Sarah Records e della Matinée, dei Cure più melodici (il giro di basso e le chitarre dell'entusiasmante singolo Archangel hanno un debito evidente con il signor Smith) con suggestioni di band di oggi che amiamo come i Massage o i Night Flowers.
Senza soluzione di continuità si succedono pezzi di scintillante levità, dinamici, piacevolissimi, rotondi e gentilmente coinvolgenti, semplici di una semplicità studiata ed intelligentissima, dove ogni linea melodica arriva in fretta al punto e tutto ciò che sta intorno - le trame scampanellanti delle chitarre, le pennellate di synth, le misurate armonie vocali - vibra di una invidiabile freschezza.
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