28 febbraio 2025

Roller Derby - When The Night Comes ALBUM REVIEW

Un paio d'anni fa, parlando dell'album di debutto dei Roller Derby, citavo il concetto di pop touch come vero marker stilistico della band. Ovvero quella propensione naturale di alcuni artisti che, pur muovendosi dentro i confini di un genere particolare (dream pop nella fattispecie), riescono ad allargarne i contorni fino quasi a farli sparire e al contempo raggiungono un livello di catchyness tale da rendere la loro musica universalmente e facilmente fruibile. Ce l'hanno i Bleach Lab, per dire, ma a loro modo anche gli Alvvays.... 

Nel caso di Philine Mayer e Manuel Romero Soria - i Roller Derby nascono e vivono grazie alla loro perfetta simbiosi artistica - il pop touch è talmente evidente e dominante da definire quasi di per sé il loro stile, trasformandolo in un'esperienza da un lato emozionale e dall'altra dannatamente raffinata.

I dieci pezzi di When The Night Comes possiedono davvero un senso di "bellezza" decisamente peculiare: sono morbidi e malinconici, romantici e scenografici, crepuscolari e di rotonda piacevolezza, sottilmente inquietanti ma assolutamente confortevoli, luminosamente diafani e programmaticamente algidi. 

La voce di Philine, che è elegante come Nico ma meno spigolosa, è il plus della band di Amburgo: ha un magnetismo che è anche difficile da spiegare a parole, ma tiene insieme tutto con una forza quasi magica. Intorno tutto gira con l'armonia dreamy e retro-pop che conosciamo fin dai loro esordi: chitarre, basso e synth che parlano la lingua degli '80, avvolgenti e dalla superficie corrusca, al servizio di melodie che partono sommesse e si aprono sempre verso ritornelli di intelligente e sorniona immediatezza. Quello che è stato il mondo dei Sambassadeur, che forse è il gruppo che più si avvicina ai due tedeschi, ma anche di tanti altre band scandinave (qualcuno ricorda i Burning Hearts?)...

In effetti, se il primo album dei Roller Derby era dichiaratamente una collezione di singoli, questo non lo è, però lo sembra a tutti gli effetti, perchè quasi tutti gli episodi hanno - ci ripetiamo - quel tocco pop che li rende "facili", pur non essendolo affatto nella scrittura e nella confezione.

Già l'infilata iniziale - Dreams, Last Night e Ready To Forget - vale il viaggio e disegna un ritratto chiarissimo di quello che il duo di Amburgo vuole fare: grandi melodie, forte emotività lirica, straordinario dinamismo e una confidenzialità cartchy che parla direttamente alle orecchie e al cuore di chi ascolta. Ma l'intero When The Night Comes è nel complesso veramente uno scrigno di canzoni spacca cuore, da Emily's Dance a Goodbye, che riescono sempre a mescolare - deve essere nel dna dei tedeschi da due secoli e mezzo - un'eleganza apparentemente un po' distante ad un afflato passionale quasi estenuato. 

Un disco di radiosa e notturna bellezza. 

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