03 dicembre 2025

Shapes Like People - Ticking Haze ALBUM REVIEW

Dicembre è arrivato e come tutti gli anni è tempo di recuperare qualche album che, per un motivo o per l’altro, nel momento in cui è uscito mi era sfuggito di mano. Nel caso di questo Ticking Haze degli Shape Like People, fra l'altro parliamo di un disco di grandissimo valore e non posso che scusarmi se, da marzo fino ad oggi, non ne ho scritto nemmeno una riga. 

Carl Mann, lo straordinario autore, produttore e polistrumentista che sta dietro alla band, è in realtà il titolare di un gruppo ben noto agli appassionati di indie pop, quegli Shop Window che l'anno scorso hanno pubblicato un album veramente molto interessante. 

Scrivendo nuove canzoni nel suo consueto processo creativo, Carl si è ritrovato con numerosi pezzi che non gli sembravano adatti per questo suo progetto e pensava di regalarli ad altri artisti, tuttavia ha deciso di registrarli ugualmente chiedendo alla moglie Kat di prestare la sua voce. 

I demo che ne sono derivati devono essere stati talmente convincenti - e non stentiamo a crederci - che i due hanno deciso di utilizzare tutte queste idee per un progetto parallelo, chiamato per l’appunto Shapes Like People, sul quale hanno lavorato con grande attenzione, entusiasmo e caparbia produttiva. 

Il risultato finale infatti è una ininterrotta serie di piccole grandi gemme jangle pop che brillano letteralmente di luce propria. Fino dall’iniziale Ambition Is Your Friend, con la sua floreale esplosione di dolcezza, è evidente non solo quanto Carl sia un autore di raffinatissima levatura nel genere che amiamo, ma anche come la fusione artistica e vocale fra marito e moglie sia stata in grado di offrire a tutte queste canzoni un fascino indiscutibile e pure non facilissimo da definire. C'è in effetti dentro ogni pezzo una grazia, una malinconica freschezza, una bellezza sfumata e al contempo prepotente, una eleganza retrò che in fondo è la stessa che ritroviamo in band come i Jeanines. 

Il tocco delicato di Carl e Kat si esplica davvero in ogni istante della loro produzione: le chitarre quiete e scampanellanti, le avvolgenti armonie vocali che si trovano davvero ovunque, i paesaggi sfumati color pastello che si stagliano sempre all'orizzonte.

Si legge bene l'intera storia del jangle pop nelle trame di Ticking Haze, specialmente di quello anglo-scozzese degli anni '80-'90, una storia che va dai Blueboy in giù fino ai Sambassadeur (che hanno tantissimo in comune stilisticamente con il duo), ma l'attitudine di Shapes Like People (così come di The Shop Window) è davvero personale e parla una lingua che è da un lato cantautorale e dall'altra fortemente atmosferica e di matrice folk: pezzi come A New Crown, Server of The Mind o Fireworks hanno la capacità di dilatare gli orizzonti a partire dalle loro linee melodiche di cristallina circolarità, mentre momenti di rarefatta bellezza come Weathering fanno pensare alla magia in punta di plettro degli The Innocence Mission. Un pezzo che profuma di primavera come Head Spun poi non può che riportarci idealmente agli Aberdeen e ai Teenage Fanclub. Mentre il romanticismo di Cry è puro chamber pop alla Divine Comedy di classe infinita (con un tocco di Annie Lennox, o lo sento solo io?). 

Tutto bello di una bellezza evidente e rarefatta al tempo stesso. Valido doppiamente perchè nel dna dell'album - che ha comunque una dimensione talmente artigianale da compenetrare le vite dei coniugi che l'hanno creato passo dopo passo - è inscritta un'idea di etica ed estetica indie pop altissima e veramente nobile.