A due anni di distanza, la musicista di Seattle ha finalmente confezionato il suo vero album di debutto, che in regia stavolta ha Andy Park, un produttore che ha lavorato con i Death Cab For Cutie (non a caso troviamo la voce del mitico Ben Gibbard nell'affascinante Crystals) e che qui ha contribuito a dare una perfetta, poderosa e corrusca tridimensionalità al dream pop di Natalie.
La somiglianza dello stile di Sea Lemon con quello di Hazel English è un dato che sottolineiamo da sempre, e non c'è dubbio che sia ancora una caratteristica evidente: la voce filtrata, le chitarre liquide, i synth avvolgenti, l'onnipresente delicatezza melodica, l'approccio ad un tempo intimistico e scenografico, con l'immancabile crescendo che si innesta dentro un'atmosfera malinconica e la trascina verso l'alto scalando un denso muro di suono floreale... sono tutti marker tipici di entrambe le nostre dream popper preferite.
Natalie, nella sua evoluzione, ha quindi lavorato in modo intelligente, appoggiandosi a produttori diversi, per dare giustamente una personalità forte alla sua proposta, che con questo Diving For A Prize sembra definitivamente acquisita. Se in pezzi come la splendida Thought For You l'idea centrale è quella di allargare dal centro come onde in una superficie che si increspa a poco a poco, con una decisa immediatezza melodica ed una rotondità programmatica, altrove (Sweet Anecdote ad esempio) i contorni sono volutamente più sfumati e lo scenario si fa più cinematico e sperimentale, senza però mai perdere la gentilezza di tocco che tutto pervade.
Ne viene fuori un album di grande equilibrio, che sa essere suggestivo e intrattenere allo stesso tempo, con in più una serie di episodi terribilmente catchy (Cynical il mio preferito) che danno al tutto un innegabile dinamismo e ne fanno senz'altro uno dei dischi più significativi dell'anno in corso.
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