A distanza di cinque anni dal precedente, e quattro dallo splendido disco solista di Emma, i Pinguini sfornano un album, questo Here, che sembra veramente, nella carne e nelle ossa, un ritorno allo spirito graffiante e quasi un po' grezzo degli esordi. Tutto nei dodici pezzi del lotto è piacevolmente rumoroso, programmaticamente essenziale, quasi lo-fi nell'attitudine, ovunque energico ed energetico.
Emma, Mark e Tom in fondo non si sono mai allontanati da ciò che erano agli inizi - un power trio che suona forte - e il loro "plus", ovvero la penna sbarazzina e super talentuosa della Kupa, è impresso nel dna della band qualsiasi cosa faccia. Le canzoni nuove quindi assomigliano molto a quelle vecchie - non è un difetto - e stanno lì per coinvolgere e intrattenere, come è giusto che sia. Spicca fra tutte, a mio personale parere, l'episodio in realtà più morbido, quello che dà il titolo a tutto l'album, dove brilla un emozionante arrangiamento d'archi e viene pienamente alla luce il songwriting folksy di Emma.
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