E visto che parliamo di liste, ecco i motivi per cui Broken Dreams Club è attualmente uno dei miei progetti musicali preferiti: Amy Bevan, la titolare della band, è precisamente una di quelle ragazze con la chitarra che regolarmente mi fa impazzire; il nome della band è un omaggio a una canzone dei Girls, che sono stati una band eccezionale ma tutti ce li dimentichiamo sempre, brava Amy che ce li ricordi!; tutto quello che BDC hanno prodotto dal 2020 a oggi è un po' una versione da cameretta dei Beths (quella stessa ironia, quella stessa energia, ma tutto in una dimensione twee vagamente cantautorale ma non del tutto, e soprattutto molto molto immediata), il che già di per sé ha qualcosa di adorabile a prescindere; la copertina di Why Would Something Good Happen è così teneramente bella che vi porterebbe a comprare il disco senza nemmeno ascoltarlo...
E poi ci sono i quattro pezzi dell'ep, che possiedono una commovente, a suo modo timida ma devastante forza comunicativa. Ti conquistano subito con questi titoli folli come Jimmy Eat World Told Me I Was In the Middle, e poi ti trascinano con la loro intelligentissima semplicità, perché Amy sa come si scrivono le canzoni. You Can't Delete Me, diciamocelo chiaro, è un piccolo inno che - vi assicuro - non vi volete perdere per nulla al mondo e finirete a canticchiare in modo ossessivo. Douchebag è un saggio di quel pop elettrico alla Girlhouse, con le chitarre che sfrigolano ma che si può pure ballare, che vorremmo sentire di più in giro. E Being Human è semplicemente una canzone da ascoltare - musica e liriche, potentissime, corali, umanistiche, appunto! - ad occhi chiusi, e ridere o piangere o tutte e due le cose insieme.
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