Sono sempre molto curioso quando la Jigsaw Records fa uscire un nuovo disco. La label di Seattle in effetti è un piccolo scrigno indie pop che negli ultimi anni ha esplorato i diversi aspetti del genere pescando ottime band sconosciute di qua e di là dall'oceano.
E stavolta l'ultima scoperta della Jigsaw fa davvero centro e piazza la sua scommessa sul disco dell'anno. The Sorrow You've Been Toting Around, album d'esordio degli Scooterbabe, sfiora veramente quella perfezione artigianale che, ogni tanto, ci fa gridare al capolavoro.
La band di Athens, Georgia, aveva già pubblicato piccole cose semi-autoprodotte negli anni precedenti, riprendendole ora in parte per il debutto sulla lunga durata.
JJ Posway e compagni non sembrano avere un modello particolare cui ispirarsi, mettendo insieme immediatezza melodica ed obliquità indie, ruvida energia e malinconica delicatezza, momenti di puro, spontaneo e antemico entusiasmo uptempo e atmosfere di inquieto intimismo (spesso nello spazio della stessa canzone, vedi la spettacolare Scooterbabe 2, che idealmente è un po' una There Is A Light That Never Goes Out in stile garage pop).
Con lo spirito essenziale e destrutturante dei primi Pavement, gli Scooterbabe portano a spasso l'ascoltatore attraverso percorsi tanto dinamici quanto accidentati che, a poco a poco, sfociano in ritornelli corali coinvolgenti e luminosi (e la voce di Jianna Justice qui è una mano santa), come succede ad esempio nel denso minuto e mezzo di Sick Spine, altra pietra miliare dell'album, e nella torrenziale cavalcata à la Neutral Milk Hotel di Our Last Game Of Chess.
Ma in definitiva, al di là dei singoli pezzi, è proprio nella sequenza ininterrotta di idee, atmosfere sonore, suggestioni anche diversissime tra loro (intendiamoci, ci sono bozzetti folk acustici con viloncello e pianoforte inframezzati a schiaffi punk-pop), che sta la grandezza dell'album, tanto che è difficile alla fine della corsa non avere gli occhi spalancati e il fiato corto.
Da non perdere per nulla al mondo.
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