13 settembre 2024

Hinds - VIVA HINDS ALBUM REVIEW


Sono cambiate diverse cose nel mondo delle Hinds dall'uscita, quattro anni fa, di The Prettiest Curse. Quella più evidente: Ade e Amber, ovvero basso e batteria, nel 2022 hanno deciso in contemporanea di abbandonare la band, quindi il gruppo è tornato al suo perfetto nucleo originario, ovvero a quel duo formato da Carlotta Cosials e Ana Garcìa Perrote che suona insieme da quando, nel 2011, non avevano nemmeno vent'anni. 

Non sappiamo bene quanto la ridefinizione della band abbia sconquassato le sue dinamiche ormai consolidate, tuttavia VIVA HINDS sembra arrivare quasi come un gioioso e un po' sfrontato proclama che sembra gridare "siamo ancora qui, non siamo cambiate di una virgola e abbiamo ancora una voglia pazzesca di fare musica". 

Lo sappiamo bene: se c'è un motivo per cui abbiamo sempre amato le Hinds è la loro capacità di essere indie e di essere pop - indie e pop, sono due linee ben distinte nella loro musica, lo spieghiamo sotto - in modo energetico, sorridente, sfrontatamente post-adolescenziale e sempre ironicamente provocatorio. Carlotta e Ana hanno scritto una dozzina di banger alternativi notevoli nella loro carriera - sono quelli che hanno permesso loro di muoversi con disinvoltura da una parte e dall'altra dell'Atlantico - perché semplicemente sanno farlo, e con estrema naturalezza. E non è certo una sorpresa se anche tra i dieci pezzi di VIVA HINDS ce ne sono alcuni di contagiosa immediatezza.

Per il nuovo album le due ragazze di Madrid, oltre a scritturare una nuova sezione ritmica sempre al femminile, hanno voluto coinvolgere un'icona dell'indie dei '90 (Beck Hansen, niente di meno!) e una dell'indie di oggi (Grian Chatten dei Fontaines DC), quasi a tracciare idealmente un arco temporale che racchiude perfettamente il loro stile, che è sempre vagamente obliquo ma ha anche sempre uno sbocco programmaticamente catchy e terribilmente cool. 

L'alternarsi e il sovrapporsi (più spontaneo che armonico) delle voci di Carlotta e Ana è la vera signature delle Hinds e ovviamente la troverete anche nelle canzoni nuove, che si muovono perfettamente a proprio agio fra le chitarre spigolose di una Hi How Are You e le tentazioni funkeggianti da party hipster di una Boom Boom Back, la morbidezza quasi malinconica di Stranger, il carillon post punk e jangly della sognante The Bed The Room The Rain and You. E poi la liberatoria forza antemica e arrabbiata di Superstar (c'è un dubbio fondato che sia dedicata alla dipartita dal gruppo di Ade e Amber), che già immaginiamo alla sua massima espressione dal vivo col pubblico che canta a squarciagola. 


E ancora il genio sornione di una Coffee ("i like black coffee and cigarettes and flower from boys that i'm not sleeping with..."), la grazia adorabile di una On My Own, che - mi sbilancio - è la canzone migliore, nella sua allegra e giocosa (apparente) semplicità - che le madrilene abbiano mai scritto. E lo spirito totalmente divertente e divertito di En Forma, dove finalmente sentiamo Ana e Carlotta cantare nella loro lingua.


Ma è proprio l'intero album che - se lo confrontate con i tre precedenti - sembra avere una marcia in più: è sintetico, dinamico, equilibratissimo, compatto ma sottilmente eclettico nell'alternarsi di diversi mood, e vibra di una immediatezza portentosa in ogni suo episodio.

Insomma, viva le Hinds per davvero! Intanto perché - dopo tredici anni - sono riuscite a conservare lo spirito naïf e punkeggiante delle origini praticamente intatto (si vede lontano un miglio che si divertono un mondo a suonare insieme). E poi perché sono tra le pochissime che riescono a tenere insieme uno spirito davvero indie (nessun effetto speciale nelle loro produzioni, mai) e quell'allure tanto evidente quanto indefinibile (chiamiamolo "carisma") che le farebbe sentire a proprio agio tanto nel club più sfigato delle nostre periferie quanto sul palco del Coachella. Sono brave, belle, simpatiche, ironiche e intelligenti (guardatevi anche tutti i loro video perchè da sempre sono un aspetto fondamentale del loro modo di comunicare). Difficile chiedere di più. 

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