01 marzo 2024

TTSSFU - Me, Jed and Andy ALBUM REVIEW

E' già da qualche tempo che Tasmin Stephens ha iniziato a pubblicare singoli, raccolte di demo ed ep usando il moniker TTSSFU, alternando la sua attività solista a quella di chitarrista nei Duvet. Andando a ritroso nella sua produzione precedente, è evidente l'amore viscerale di Tasmin per il post punk più seminale, quello dei primi anni '80 per intenderci, mettendo in comunicazione le atmosfere tese dei Joy Division, quelle goth dei Cure e la sfumata eleganza dei Cocteau Twins, unendole a stilemi invece più caratteristici dello shoegaze /dream pop di inizio '90.  
L'ep intitolato The Body del 2022 ne metteva già in luce - una luce algida e baluginante, intendiamoci - il talento notevole, in una dimensione che era ancora decisamente sperimentale e poco immediata. Con singolo At All, uscito sullo scorcio dello stesso anno, Tasmin mostrava un'apertura diversa, più ariosa e maggiormente nelle corde del pop obliquo e squadrato di Jesus & Mary Chain, proseguita più o meno con i pezzi pubblicati da quel momento in avanti (lo splendido e atmosferico  Yeah Yeah I Do ad esempio).

Me, Jed and Andy, primo mini album di TTSSFU, è assolutamente la prova della maturità per Tasmin, ed ha in più l'ambizione di sviluppare un concept attorno alla relazione fra Andy Warhol e Jed Johnson, il designer che visse con l'inventore della pop art negli ultimi suoi anni (Andy e Jed campeggiano nella bella copertina insieme a Tasmin). 

L'idea di post punk di notturna morbidezza cui ci ha ultimamente abituato la musicista mancuniana arriva alla sua pienezza nei sette pezzi del disco, partendo dai toni più oscuri di I Hope You Die e Jed e trovando a poco a poco una sua perfetta essenziale dinamica dream pop con la delicata e sfrigolante Baggage, con la solennità ipnotica alla New Order di Character, con la soffusa eterea raffinatezza di Asexual, e soprattutto con la forza avvolgente di Wait It Out e la sua trina di chitarre. In chiusura, la sontuosa Studio 54, che evoca davvero il fantasma di Warhol in una dimensione parallela dove voci e strumenti si fondono in una sognante onda sonora.

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