08 marzo 2024

Hanemoon - Rain Or Shine ALBUM REVIEW

C'era una volta, in Germania, una band chiamata Seaside Stars. Che poi in realtà era un duo, visto che i titolari erano Hans Forster e Andy Schuwirth. I Seaside Stars non soltanto suonavano jangly pop: erano jangly pop, nella sua accezione più rotondamente perfetta, orecchiabile, sorridente, luminosa. Fecero un paio di album, proprio all'inizio degli anni '00, quando se dicevi jangle ti venivano in automatico in mente i Teenage Fanclub, che allora erano all'apice della loro carriera ed avevano trovato la pietra filosofale indie pop mescolando Scozia e California. 

Dopo quasi due decadi è sempre un piacere ritrovare una delle due metà dei Seaside Stars, il berlinese Hans Forster, alle prese con la sua nuova band Hanemoon, che con questo Rain Or Shine è arrivata, se non conto male, al terzo album. 

Diciamolo subito per chiarezza: l'anima jangly, leggera e gentile, amabilmente twee di vent'anni fa è rimasta vivissima e immutata nella musica di Forster.

Ascoltate My Circle Line, il pezzo che apre il disco, e avrete la percezione che l'orologio scorra delicatamente all'indietro, mettendosi a bottega dei Teenage - che è il modello più evidente - ma con lo spirito libero di un Glenn Donaldson, per parlare di un pezzo grossi del genere, con l'entusiasmo dei The Boys Of Perpetual Nervousness, per citare degli altri maestri del genere, e persino con un'orecchio puntato alle cose più catchy di Elliott Smith. Nell'album troverete dodici canzoni di timida ma risoluta bellezza, dinamicamente midtempo e sempre in bilico verso una dimensione cantautorale. 

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