28 novembre 2023

Deary - Deary EP REVIEW

Proprio sul confine sfumato e allungato in cui lo shoegaze diventa dream pop (o viceversa), dove le Lush si fondono con gli Slowdive, si stagliano idealmente, su uno sfondo di luce e nebbia, le sagome di Ben e Dottie, i due musicisti londinesi che hanno deciso di chiamarsi deary. 

Il loro EP d'esordio raccoglie sei pezzi dinamici ed eterei al tempo stesso, che senz'altro risentono dell'amore dichiarato dei due nei confronti di Elizabeth Fraser e dei Cocteau Twins. Fin dall'iniziale Heaven, le chitarre si fanno quasi ovunque liquide, intricate e avvolgenti, i synth (mai invadenti ma basilari) disegnano il paesaggio, la voce delicata di Dottie svolge dal fuso delle melodie di sognante e vagamente malinconica leggerezza.

Fairground, che sta giustamente in mezzo all'ep, è l'episodio più forte del lotto: la ritmica è morbidamente inquieta, il carillon elettronico sembra gocciolare da un bigio cielo urbano, la linea melodica vocale si riflette nello sfondo sonoro e ci scompare dentro. Shoegaze nel'anima, ma senza esserlo fino in fondo.

Want You ci prende per mano e ci porta dentro un romanticismo acustico e crepuscolare.

Beauty in All Blue Satin indossa il vestito di algida raffinatezza che già abbiamo visto addosso a una band come i Bleach Lab, che per molti versi assomigliano ai deary e oggi guidano un'interessante schiera di giovani gruppi dream pop britannici.

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