05 ottobre 2023

Sullen Eyes - Hardwood Floors And A Hand To Hold ALBUM REVIEW

Seavrete la pazienza di scovare sullo scaffale dei dischi della Sarah Records un 12" chiamato Stardust dei mitici The Sea Urchins (catalogo Sarah 609), troverete nella tracklist anche una canzone chiamata Sullen Eyes. E' il motivo per cui, appunto, i Sullen Eyes hanno deciso di chiamarsi così, con un omaggio che è insieme una dichiarazione programmatica di adesione a un mondo stilistico che conosciamo bene.
I cinque di Bangor, Maine suonano in effetti esattamente come se vivessero nello scorcio di anni fra Ottanta e Novanta e registrassero i demo in cameretta per spedire poi la loro cassettina via posta alla leggendaria etichetta di Bristol (o alla K Records, visto che siamo negli States). 
Il loro è un twee pop da manuale: assolutamente artigianale, jangly nell'anima (il pezzo introduttivo si intitola Intro Jangle...), delicatamente uptempo, sempre orecchiabilissimo, incentrato su una voce femminile (quella di Jules) piacevole e spontanea. Insomma, siamo dalle parti dei Talulah Josh, degli Shop Assistants, degli Even As We Speak e di tante band che trent'anni fa scrivevano la storia dell'indie pop.
L'album è in realtà l'assemblaggio di due ep già usciti nei due anni precedenti, operato dalla meritoria Sunday Records, e mette in fila otto pezzi guitar pop di straordinaria freschezza, mai sopra i canonici tre minuti, che un po' ricordano anche gli esordi dei Say Sue Me e possiedono la sensibilità melodica dei La's e dei primi Belle & Sebastian. 

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