I cinque di Bangor, Maine suonano in effetti esattamente come se vivessero nello scorcio di anni fra Ottanta e Novanta e registrassero i demo in cameretta per spedire poi la loro cassettina via posta alla leggendaria etichetta di Bristol (o alla K Records, visto che siamo negli States).
Il loro è un twee pop da manuale: assolutamente artigianale, jangly nell'anima (il pezzo introduttivo si intitola Intro Jangle...), delicatamente uptempo, sempre orecchiabilissimo, incentrato su una voce femminile (quella di Jules) piacevole e spontanea. Insomma, siamo dalle parti dei Talulah Josh, degli Shop Assistants, degli Even As We Speak e di tante band che trent'anni fa scrivevano la storia dell'indie pop.
L'album è in realtà l'assemblaggio di due ep già usciti nei due anni precedenti, operato dalla meritoria Sunday Records, e mette in fila otto pezzi guitar pop di straordinaria freschezza, mai sopra i canonici tre minuti, che un po' ricordano anche gli esordi dei Say Sue Me e possiedono la sensibilità melodica dei La's e dei primi Belle & Sebastian.
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