02 ottobre 2023

Bleach Lab - Lost In A Rush Of Happiness ALBUM REVIEW


Tra tante band che potremmo catalogare come dream pop, i Bleach Lab sicuramente hanno da sempre scelto una via molto personale, più tangente al genere che pienamente canonica. Intendiamoci, i paesaggi sonori disegnati da Jenna Kyle e compagni sono sempre suggestivi e dilatati, le chitarre piacevolmente liquide, le melodie puntualmente morbide e sognanti, il mood notturno e baluginante di luci (date un'occhiata a tutte le splendide copertine che hanno collezionato), ma ci sono molti elementi nello stile della band londinese che la rende assolutamente peculiare.

Il fattore centrale è, a mio parere, proprio la voce di Jenna. Anziché mimetizzarsi nelle architetture degli strumenti - cosa che avviene spesso nel dream pop propriamente detto - ne diviene quasi sempre una colonna portante, mettendo in evidenza la sua personalità e la sua innata eleganza. Le chitarre fluide e luccicanti, il viscoso dinamismo della sezione ritmica, i synth che incorniciano tutto, sono sempre al servizio della vocalità di velluto della Kyle, che emana un fascino diafano e sensuale. Siamo dalle parti dei Wolf Alice, se volete un paragone immediato. Con un coté di cantautorato femminile (Soccer Mommy, Mitski...) che spesso  ruba la scena. 

L'album di debutto dei Bleach Lab mette in vetrina tutto quello che la band ha già ampiamente anticipato nei precedenti ep e lo fa con una estrema e intelligente cura produttiva che ottiene un risultato che definirei in tutto e per tutto "sontuoso" e ineccepibile, sempre scenografico ed emozionale. 

Fin dall'iniziale All Night siamo accolti in un abbraccio soffice di chitarre che ricorda molto le cose dei Night Flowers, soprattutto quando il pezzo si apre nel crescendo crepuscolare del ritornello. Crescendo che ritroviamo idealmente quasi ovunque lungo i dieci episodi del disco: nell'energico midtempo di Indigo, impreziosito da uno scenografico violoncello (un po' Basement Revolver l'atmosfera), nelle trame raffinatissime dell'intensa e sfumata Counting Empties, nell'inquietudine elettrica e catchy di Nothing Left To Lose, nell'ariosa ampiezza narrativa e in fondo catartica di Life Gets Better...

Un disco magnifico (e pure un po' magniloquente, ma in senso buono) da una band di eccezionale talento. 

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