19 ottobre 2023

Soft Covers - Soft Serve ALBUM REVIEW

Una band come gli australiani Soft Covers sembra essere nata per offrire una definizione sintetica e perfetta di cosa è il twee pop. Iniziamo con la lista: melodie di zucchero filato, chitarre di morbida luminosità e spesso scampanellanti, tastierine giocose, handclapping, cantato equamente diviso fra una voce maschile e una femminile, liriche narrative mischiate ad un'ironia innocua e sorridente, essenzialità lo-fi come etica d'azione, colori pastello e grafiche bambinesche, un nome stesso che allude alla gentilezza. E poi ovviamente tutto il lato derivativo che va a pescare nel coté più soffice del c86 e dell'indie pop dell'età dell'oro, dagli Heavnely in giù fino al movimento anti-folk. 

Davanti agli undici episodi dell'album di debutto dei tre di Melbourne (città che all'indie pop ha sempre dato tantissimo) la dimensione twee è talmente forte ed evidente da apparire veramente come il motore di tutto. In ogni canzone - durata canonica tre minuti, da manuale - c'è tutto quello che ci possiamo aspettare: attitudine catchy, pochi fronzoli e un sapiente equilibrio fra uptempo e midtempo. 

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