Il gruppo di San Francisco ritorna oggi con il suo album numero due, che riprende il discorso dove era stato interrotto, senza particolari cambi di rotta ma a valle di un lavoro di perfezionamento stilistico pregevole.
I Seablite (o meglio le Seablite, vista la netta prevalenza femminile) fin dagli esordi hanno abbracciato la lezione del dream pop primigenio, quello delle Lush per intenderci, insistendo sul suo lato più melodico e sui lasciti di quest'ultimo nell'ondata brit pop dei primi '90. E' davvero il loro marchio di fabbrica e lo gestiscono con estrema naturalezza.
Nei dodici pezzi di Lemon Lights non troviamo le suggestioni shoegaze sottese al primo disco: le chitarre raramente arrivano a sfrigolare (giusto in Drop Of Kerosene e nella più aggressiva Blink Each Day) e quasi ovunque prevale l'intenzione evidente di suonare luminosi e catchy (Smudge Mas A Fly, Melancholy Molly, Monocrome Rainbow, Frozen Strawberries...), mettendo insieme in modo equilibrato elettricità e miele, muscoli e immediatezza.
Una grande conferma.
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