L'album di debutto di Augusta e compagni va a infilarsi sicuramente nell'affollata strada dei gruppi nostalgici dell'età d'oro dell'indie americano (i primi Novanta) e innamorati di un'etica pop punk che, pur con declinazioni piuttosto diverse, vede viaggiare sulla stessa carreggiata i Beths o i Martha.
Non è un caso se Purple Year, Born Yesterday e Mud i due pezzi che aprono il disco di debutto dei Gladie, abbiano ritmiche uptempo, chitarre piuttosto spigolose ed un'attitudine piuttosto lo-fi, che in fondo ricordano molto da vicino gruppi di garage pop che amiamo come i Reemember Sports (For A Friend sembra veramente uscire da un lavoro dei loro concittadini).
Poi però arriva una canzone davvero memorabile, corale e travolgente come Hit The Ground Running che sembra cambiare un po' le carte in tavola e sposta il focus su un cantautorato appena sporco e apertamente melodico che non può non far venire subito in mente le cose migliori di Waxahatchee.
L'album prosegue su questa falsariga, alternando numeri più veloci (e terribilmente catchy) come Nothing o Heaven Someday ed altri dai contorni più ampi e morbidi.
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