Ad un primo ascolto superficiale, la musica di Jane Lai - artista già conosciuta nel sottobosco della scena indie pop newyorkese - potrebbe sembrare l'ennesima proposta cantautorale in bilico fra l'anti-folk, il garage pop e il cantautorato da cameretta. Un'impressione che senz'altro non è lontana dalla realtà, se non tenessimo conto della grande e matura personalità che traspare chiaramente dai sei pezzi del suo EP d'esordio.
C'è innanzitutto, nelle canzoni di Jane, una capacità di raccontare fuori dall'ordinario: ogni episodio in fondo è una piccola narrazione quotidiana che trova la sua misura perfetta nei due/tre minuti di durata e nell'avvolgente e umanistica dolcezza della voce e degli strumenti (una chitarra essenziale al centro e intorno sempre una minuscola galassia di cose, cori, archi, pianoforte...). Il tutto senza una particolare necessità di cercare melodie catchy, che alla fine però spuntano sempre fuori con timida tenerezza e svaniscono in punta di piedi come se avessero paura di disturbare (Packing Tape ad esempio).
Received Receipt, l'unico pezzo con una dimensione più ampia e una struttura più complessa, già da solo vale il viaggio, ma tutto l'EP è davvero un gioiellino.
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