20 maggio 2022

Nectar - No Shadow ALBUM REVIEW

E' curiosa la copertina del nuovo (secondo) album dei Nectar. Kamila Glowacki, che della band di Champaign, Illinois è cantante, chitarrista, autrice di tutte le canzoni e pure produttrice, ha dipinto una natura morta in luce diretta (No Shadow, quindi) con un limone e uno specchio in cui il limone non si riflette ma solo uno sfondo vuoto che si presume alle spalle di chi guarda. 

Curiosa anche perché, a dispetto della natura un po' concettuale del dipinto, la musica dei Nectar possiede invece una programmatica immediatezza, con i piedi ben piantati in quel genere ibrido di punk, garage pop e Ninetees indie in cui si muovono gruppi che da queste parti amiamo molto, dai Beths ai Fresh, dai Beach Bunny ai Martha.

La ricetta è semplice: tante chitarre, tanta energia positiva, ritmi uptempo, melodie sempre cantabili, armonie vocali. In questo senso, pezzi come Routine o Unusual You (ma ne potremmo citare altri) fanno quello che devono fare con spietata efficacia. Quello che fa il vero passo oltre una riuscita ma un po' scontata piacevolezza sono canzoni come la splendida, toccante Ponytail - siamo dalle parti della Waxahatchee delle origini -  una divertente e divertita Unlucky Buddy con i suoi coretti sixtees, la cantautorale Lucky, dove le capacità vocali e di scrittura di Kamila emergono con grande forza emozionale e la conclusiva elettroacustica e un po' post-adolescenziale Cold Walk

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