Può sembrare assurdo, ma da quella pietra miliare che è Psychocandy dei Jesus & Mary Chain sono passati quasi 40 anni (37 per l'esattezza). La storia dell'indie pop (almeno di quello che intendiamo su questo sito per indie pop) è iniziata più o meno da quelle parti, diramandosi in innumerevoli rivoli che - goccia a goccia - arrivano fino alle band che ascoltiamo oggi.
L'impressione, sentendo questo album di debutto dei Sugar World, è che un po' dell'acqua che è passata sotto il ponte dei fratelli Reid sia finita anche nel mulino di questo duo di San Diego. Katryn Macko e Ryan Stanley li conosciamo da quel promettente gruppo post punk che sono stati i Naps, e lo scheletro ideale di quella esperienza sospesa tra melodia di tenera concretezza e obliqua sperimentazione lo troviamo anche qui.
Gli undici pezzi di Lost And Found (il titolo pare programmatico) suonano come dei J&MC gentili, immediati e soavemente gracchianti: un indie da cameretta che non si preoccupa proprio per nulla dei fronzoli e, così come mette insieme e alterna le voci di Katryn e Ryan, mette insieme e alterna intimismo quasi twee (l'iniziale adorabile Sabbath Still, le memorie Sarah Records di We Fell In Love), ruvide carezze elettriche, intimismo cantautorale (Lost Inside The Dream, splendida nella sua dimensione così naïf), un tocco di modernariato anni Ottanta (Cruise) ed un'ironia che nella improbabile e geniale cover di Paparazzi di Lady Gaga rischia grosso e alla fine invece funziona alla grande.
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