12 marzo 2022

Mousey - My Friends ALBUM REVIEW

Tre anni fa con il suo acclamato esordio Lemon Law, Mousey diede un notevole saggio di come il proprio songwriting possedesse un eclettismo così ricercato da diventare quasi spiazzante, muovendosi fra melodia cantabile, folk, suggestioni esotiche, intimismo per voce e pianoforte, indie tagliente alla PJ Harvey, lo-fi e produzione raffinata, tutto nello stesso lotto di canzoni. Un bouquet tanto impressionante (per capacità e varietà) quanto - parere personale - straniante, ricco comunque non solo di idee brillanti, ma soprattutto di piccoli anthem alternativi che potrebbe far pensare ad una versione tascabile e intellettuale dei Beths e a me ricorda moltissimo, proprio per l'adorabile imprevedibilità, i primi Eels o certe cose di Beck.

Il lunghissimo lockdown neozelandese ha ispirato a Sarena Close il suo secondo lavoro che, a sentire lei, dovrebbe essere più luminoso e leggero del precedente. E non a caso - con la consueta ironia - un pezzo come My Friends, che dà il titolo a tutto l'album, da un lato riprende certe atmosfere dell'esordio e dall'altro rifulge di un bizzarro ottimismo, prima di lasciare spazio a un piccolo grande capolavoro come One Dollar Wednesdays, che sta lì, con le sue chitarre cristalline e la sua inesorabile rotonda semplicità, a mostrare al mondo che cos'è una canzone pop intelligente e perfetta, destinata a farvi alzare dalla sedia e zompare in giro inseguendo i coretti finali. 

Il copione mosso e deliziosamente rapsodico di Lemon Law in definitiva lo troviamo anche negli episodi di My Friends ma, se dobbiamo riassumerne in breve le virtù, qui tutto sembra perfettamente a fuoco e dotato di maggiore compattezza: nei numeri più ruvidi ma impietosamente catchy (The Bench), in quelli delicati come un prato fiorito a primavera e nutriti di un'allure talmente classica da sembrare realmente atemporale (Wait For Me è una canzone pazzesca, davvero, e pure commovente a suo modo), in quelli in cui Sarena affida alla elasticità della sua voce (che a tratti non sembra nemmeno la stessa dei pezzi più melodici) e ad un paesaggio di sinfonica e spettrale essenzialità liriche di serena tristezza (Rachel). Prendiamo poi un pezzo come Pudding and Pie, che ha un lunghissimo incipit acustico e sembra tutto dispari, quieto, sornione e mezzo obliquo e quando meno te lo aspetti ti esplode addosso con un'elettricità che si propaga nell'aria, scompare a poco a poco e torna a chiudersi in cameretta con la chitarra sulle ginocchia e la drum machine innestata. La stessa drum machine che inquadra l'inquietudine di My Hands Are Made Of Glass, dove la luce abbagliante dei primi episodi del disco si fa decisamente bagliore notturno, ombre lunghe, elettricità che graffia e lascia ferite. E' il climax dell'album, dopo il quale Mousey torna a cantare d'amore a suo modo, con quel suo carisma fatto di purezza acustica e agilità vocali che ti lascia a bocca aperta davanti al crescendo catartico di Whenever I Can (I'll Be There) e alla devastante gentilezza di una Stormy Boy, che fa scorrere i titoli di coda su un soffice paesaggio acustico e sembra indicare l'amore come unica via d'uscita dalla lunga notte in cui siamo stati immersi ("i'm prepared to love you, no matter who you are" è il testamento filosofico dell'intero disco).

La musica dell'artista di Christchurch è stata accostata a quella di dozzine di cantautrici del passato e del presente. Fare la lista è un esercizio piuttosto inutile in fondo, ma da un certo punto di vista dimostra quanto la Close sia stata in grado di assorbire una montagna di tradizione e di riviverla in maniera assolutamente personale e peculiare. Riconoscerete facilmente tra cento la sua voce, il suo tratto, la sua capacità di essere immediata e di non esserlo affatto. 

Se Lemon Law era un grande disco di debutto, My Friends è un grandissimo secondo album, pieno di cose e al contempo asciutto, senza sbavature, quasi ovunque baciato dalla luce di un'ispirazione fortissima e impreziosito dal talento di un'artista che a momenti sembra veramente di un'altra pianeta o di un'altra epoca (passato, futuro...?). 

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