Comincio subito dichiarando che Pterodactyl è, fino a questo momento e di gran lunga, la cosa più entusiasmante che mi sia capitato di ascoltare nel 2022. E aggiungo che ho ascoltato Skin It Itches a nastro così tante volte nelle ultime due settimane che per me è già assunta al rango di "grande classico indie".
I ME REX hanno indiscutibilmente al centro Myles McCabe, ma è altrettanto evidente che non si tratta di un progetto puramente solistico, ma di una band formata da musicisti straordinariamente affiatati (non a caso Myles e Kathryn Woods suonano insieme nei nostri amati Fresh, ma anche Phoebe Cross e Rich Mandell - che vengono dagli Happy Accidents - sono in fondo dello stesso giro londinese).
L'anno scorso McCabe ha pubblicato sotto il nome ME REX un album, Megabear (tutti i suoi titoli alludono ad animali preistorici), composto da 52 frammenti da ascoltare in qualsiasi ordine come tessere di un mosaico. Una cosa un po' pazza, ma a suo modo affascinante e piacevolissima , che consiglio se siete curiosi di sentire che cosa abbia combinato.
Le quattro canzoni di Pterodactyl tornano alla formula più "normale" e innamorata pazza dell'indie dei Novanta che animava i primi singoli di ME REX, e lo fanno con una carica vitale, una prepotenza comunicativa ed un'esuberanza pop che a me ricorda le cose migliori dei Death Cab For Cutie, i Neutral Milk Hotel o, per avvicinarci temporalmente, Los Campesinos.
Myles canta un fiume di cose in ogni pezzo, appoggia spesso la sua narrazione sul pianoforte, la infila in uno schema apparentemente cantautorale e poi regolarmente la fa esplodere in tutte le direzioni possibili affidandosi al dinamismo delle chitarre punkeggianti, ai cori di Phoebe e Kathryn, a una sezione ritmica che bada al sodo, ai fiati e ai synth. Se Skin It Itches è già di per sé un capolavoro, gli altri episodi non sono da meno e possiedono una gioiosa cantabilità catchy che spande energia a piene mani da ogni singola nota.
Una meraviglia da non lasciarsi sfuggire!
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