10 luglio 2021

No Kill - Gold Chorus ALBUM REVIEW

Originaria del Maine ma basata da molti anni a Brooklyn, Jamie Cogar deve essere davvero cresciuta a pane e Jesus & Mary Chain se, arrivata all'esordio discografico con il moniker No Kill, ha riempito ogni sua canzone delle chitarre, delle atmosfere, delle melodie ipnotiche della mitica band scozzese. 

Aperto da un pezzo di diafana quiete come Always e chiuso dal suo ideale lato B A Place, Gold Chorus decolla subito con un terzetto di episodi da applausi, Swooning, Tremolo e Eddie Vedder (si può non amare un'artista che dedica un pezzo a Eddie), dove miele ed elettricità statica si mescolano alla perfezione con una scabra e calcolata eleganza. 

L'album continua valorizzando da una parte la pregevole vocalità di Jamie e dall'altra la costruzione di un dream pop morbido, raffinato e tutto sommato immediato, incentrato su una serie di ritornelli incalzanti di presa diretta (il "we both gonna die" di Better ad esempio), di misurate dilatazioni e chiaroscuri che sembrano rimandare, seppure da lontano, ai girl groups degli anni '60 (un po' come Raveonettes, Best Coast, Dum Dum Girls et similia). 

In definitiva un debutto di valore, non tutto ugualmente convincente, ma con dei numeri di sicura forza. 

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