Shirley Zhou, in arte fuvk, è una di quelle artiste di cui si trova davvero poco cercando in rete. Eppure ha già diverse uscite alle spalle e anche qui ne abbiamo parlato talvolta lodandone il talento.
All'inizio di quest'anno era uscito il suo primo album, Imaginary Deadlines, che giocava - vero marchio di fabbrica di fuvk - a ibridare i generi, infilando nella stessa valigia melodica folk lo-fi, elettronica, persino un po' di rap: idea in fondo assolutamente contemporanea che a un ventenne di oggi probabilmente sembrerà addirittura l'unica possibile, ma a me ha convinto poco.
E' uscito invece da poco questo Twentytwenty, raccolta di canzoni scritte nell'annus horribilis che ritorna, come approccio e stile, alle prime cose di fuvk, quelle che mi avevano incuriosito e rapito, insomma a quell'intimismo da cameretta dai tratti quasi geniali, pieno di piccole e grandi intuizioni, di carillons cantilenanti delicatamente stralunati, terribilmente efficaci pur essendo fatti praticamente solo di voce ed arpeggio acustico.
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