I Divine Sweater sono una di quelle band che non è facilissimo catalogare. Sulla rete li troviamo spesso etichettati come dream pop, ma non assomigliano in verità ai vari canoni del genere, oppure "alt pop" che in sostanza significa "musica melodica che non sentirete mai suonare per radio".
Megan Kellher e compagni in definitiva seguono il loro percorso personale, che sembra avere l'ambizione di allargare il guitar pop da cui si sono mossi agli esordi verso una dimensione di ricchezza strumentale (ci sono archi e fiati, oltre a synth piuttosto ricorrenti e un grosso lavoro di armonie vocali) programmaticamente raffinata e vagamente fuori dagli schemi, che tenta ritmi e atmosfere anche decisamente diversi tra i vari episodi. Un mondo che più che ad altre band fa pensare a certo cantautorato femminile, come potrebbe essere quello di una Soccer Mommy.
Non c'è dubbio che le canzoni dei Divine Sweater si facciano forti di una scrittura molto matura, che mette insieme una morbida immediatezza melodica e qualche soluzione più complessa, senz'altro riuscita (Looking For You e The World Opens mi sembra rappresentino bene la loro cifra stilistica), ma poi è in pezzi molto più "classici" come la ballatona a lume di candela A Different Gravity che i bostoniani riescono a mettere una marcia in più e centrare in piena il cuore di chi ascolta.
Nessun commento:
Posta un commento