Gli australiani Grids and Dots rivendicano in modo diretto le loro radici shoegazer, e non c'è dubbio che l'amore per le melodie circolari, le strutture ampie, l'alternanza delle voci maschile e femminile, i suoni fluidi e i riverberi di elettricità sia evidente nelle loro canzoni. Tuttavia Daniel Handaru, Carmen Minkus e compagni sono molto più di così.
I sette pezzi di What Happens To Friendship - che in verità non è un EP e non è un album - vanno con decisione in direzione di un dream pop di programmatica delicatezza, dove le chitarre jangly vanno a tessere trame che si adattano ora a momenti più catchy e dinamici (City Skies), ora a episodi di ricercata eleganza (il pezzo che dà il titolo al disco) che sembrano pescare in un mondo più cantautorale e mi ricordano un'altra band australiana che ho perso di vista come i Totally Mild ma anche il perfezionismo dei Middle Kids.
Nel complesso il vero marchio di fabbrica dei Grids and Dots è da una parte il loro romanticismo gentile e atemporale (un po' alla Blueboy, per tornare a memorie Sarah Records), e dall'altra una leggerezza di tocco che impreziosisce ogni istante dei loro pezzi.
Nessun commento:
Posta un commento