Ricordo abbastanza distintamente i momenti in cui ho ascoltato per la prima volta un nuovo gruppo di cui poi mi sono innamorato. E' successo molte volte, come credo sia successo molte volte a ogni appassionato di musica. Talvolta capita con una band che sta muovendo i primi passi, che ancora non ha pubblicato un vero esordio discografico e si sta costruendo passo dopo passo. Sono i momenti che forse danno più soddisfazioni e smuovono un'emozione particolare, perchè è un po' come assistere all'istante in cui un fiore, non sappiamo ancora bene di che colore o forma, sta sbocciando.
Con i Night Flowers (mi rendo conto adesso che la metafora è quanto mai azzeccata) è successo così. Quando ho ascoltato per la prima volta Glow In The Dark, che uscirà a breve come 7', dopo poche note mi ero già reso conto di avere tra le mani qualcosa di prezioso.
I cinque ragazzi di Londra suonano un guitar pop arioso, rotondo, dinamico e gentile, semplice ed elegante, catchy e sognante al tempo stesso. La già citata Glow In The Dark può essere un ottimo passaporto per entrare nel mondo dei Night Flowers: a me ha fatto subito pensare a band come i Westkust o i Kid Wave che mi hanno emozionato ed esaltato l'anno scorso, ma con in più una dolcezza (sarà la voce di Sophia Pettit) ed una - non saprei come altro dire - purezza, che li rende speciali e mi ha spinto a riascoltare il pezzo almeno una dozzina di volte di seguito (non mi capita spesso, vi assicuro).
Se avrete pazienza di scoprire anche i singoli della band già usciti negli anni precendenti troverete sicuramente degli altri piccoli tesori: gli inaspettati e travolgenti inni dream pop Sleep e Chaser, la veloce e muscolare Sitting Pretty, e le dilatazioni shoegazer dall'anima solare e melodica come quelle contenute nei vecchi EP Night Flowers e Single Beds/North.
In attesa, ovviamente, del primo album...
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