A giudicare dal dolce suono di onde che ci accoglie all'inizio dell'album e dalla suggestiva copertina, ci aspetteremmo che gli Echo Beach vengano da qualche baia californiana baciata dal sole. E invece i quattro giovanissimi membri della band sono cresciuti sulle grigie rive del Mersey, a Liverpool.
Eppure quelle chitarre tremule dell'inizale Tomorrow non possono non farci pensare ad un'ascendenza nella west coast americana, anche se in ciascuno dei 5 episodi di Greetings From Echo Beach c'è, per quanto non esibita, una sottile e cupa inquietudine, suggerita dalla vocalità imperfetta di Adam Burns e Joe McBride, insita nel jingle jangle ossessivo della splendida Strung Out, e abbozzata nelle accennate trame quasi post rock di Transmission e Interlude. Inquietudine che esplode infine nelle potenti dilatazioni shoegazer della conclusiva Streets, che ricorda da vicino band come i Beach Fossils.
Per il momento l'impressione è di un gruppo ancora acerbo, ma il talento è indubbio.
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