28 aprile 2020

Anna Järvinen - Vestigia Terrent ALBUM

Per molto tempo, più di un decennio fa, il blog che state leggendo era quasi esclusivamente scandinavian-oriented. Non starò oggi a spiegare perchè, tuttavia in quegli anni ho scoperto artisti nordici straordinari che altrimenti non avrei mai conosciuto. Di tanti ho perso le tracce nel tempo, per colpa mia, più che altro. 
Nel 2007 avevo incoronato come album dell'anno un disco intitolato Jag Fick Feeling, esordio solista di una musicista metà svedese metà finlandese chiamata Anna Järvinen, che già conoscevo come cantante dei Granada. Era un album interamente cantato in svedese. Ed era semplicemente splendido. Una sorta di pop intimo e atemporale, intriso di un romanticismo timido ma al contempo fortissimo, un po' folk e un po' jazz, con la voce di seta e cristallo di Anna al centro.
Con il tempo ho perso di vista Anna Järvinen - che ha pubblicato altri quattro album, con cadenza temporale molto ampia - per poi imbattermi per caso nel suo nuovo lavoro, Vestigia Terrent. Che, diciamolo subito, è un disco disco meraviglioso come e più del suo debutto.
Se supererete lo scoglio delle liriche in svedese (il che, davvero, io non ho mai percepito come un problema) scoprirete una delle cantautrici più brave e sconosciute d'Europa. 
I dieci pezzi di Vestigia Terrent fotografano Anna al suo meglio e si sente anche al primo ascolto la cura appassionata e maniacale per la scrittura, per la ricerca di una struttura dei pezzi che gioca a deviare impercettibilmente dalla convenzionalità, per i dettagli minuti e scintillanti di ogni arrangiamento, per la rotonda morbidezza di ogni melodia. 
Difficile fare confronti o esempi con altre artiste: la quieta e intensa delicatezza di ogni singolo istante musicale prodotto dalla Järvinen è assolutamente personale e irripetibile. Prendete Melodifestival, con la sua insistita leggerezza contrappunatata dal flauto, oppure la commovente circolare semplicità di Psalm, talmente perfetta nel suo sereno girotondo di piano, chitarra acustica, batteria spazzolata, armonica e voce che sembra spezzarsi da un momento all'altro. O ancora la densità sinfonica di Bara Du Kommer, l'elettronica gentile ed elegantissima di Ljuset, la confessione nuda, emozionante ed emozionata di Vestigia Terrent. Non c'è episodio che non abbia una veste orchestrale (più o meno sontuosa) perfettamente aderente all'intenzione della canzone, con un equilibrio che sembra a tratti miracoloso. 
Se volete scovare un tesoro nascosto, eccolo qui. 


23 aprile 2020

Crisman - Crisman ALBUM

C'è uno strano e piacevole magnetismo nelle canzoni dei Crisman. La band, nata attorno a Madeline Dowd in una periferica cittadina del Texas, in modo superficiale potrebbe essere catalogata come slowcore (i ritmi rallentati e un certo gusto per le dilatazioni e le atmosfere soffuse in effetti ci sono), tuttavia il suo omonimo album d'esordio ha una forza gentile che va oltre i generi.
I dieci pezzi del disco, dal titolo programmaticamente quasi monosillabico, vivono di bagliori notturni e di riverberi elettrici sapientemente addomesticati, in una dimensione di pensosa introversione, ma possiedono anche una forza espressiva che cresce attorno alla voce tenue di Madeline e si radica tanto nella delicatezza cantilenante dei momenti più morbidi quanto in quelli più indie ed elettrici (il crescendo obliquo di Rain è davvero bello). Il tutto con una sobria timidezza di fondo che rende la musica dei Crisman confortevole e inquietante al tempo stesso.

18 aprile 2020

Ellis - Born Again ALBUM

Già due anni fa, con un EP di sei pezzi ricco di una luminosa eleganza, Linnea Siggelkow aveva indicato la sua personale via al dream pop più soffice e dolcemente malinconico, che all'epoca mi era sembrato un ponte ideale fra i concittadini (di Hamilton, Ontario) Alvvays e Basement Revolver, tra il gusto melodico dei primi e la scenograficità dei secondi.
Ritroviamo Ellis oggi con il suo vero album di debutto, intitolato Born Again, un lavoro di per sè ambizioso, prodotto con una evidente preoccupazione per la forma oltre che per il contenuto. 
Le canzoni di Linnea, costruite attorno alla sua voce delicata, vanno costantemente alla ricerca di un effetto quasi catartico nei crescendo di chitarre, riverberi e synth, dando una dimensione più ampia ad un impianto che, nel suo profondo, resta cantautorale, introverso e "da cameretta". 
Il risultato è ovunque piacevole, mai del tutto coinvolgente forse, ma sempre forte di una fragile raffinatezza che a tatti (Fall Apart soprattutto) brilla di una leggerezza pop davvero pregevole. 

13 aprile 2020

Sunbathe - Somewhere In Between ALBUM

Maggie May Morris non è precisamente una debuttante nella scena indie della West Coast americana. E' in verità in giro, da solista e con altre band, da molti anni - e la notevole dose di esperienza si sente nell sicuro e coerente eclettismo del suo songwriting - e tuttavia la cantante e chitarrista basata a Portland Oregon non ha purtroppo raggiunto mai una reale notorietà, nemmeno con il suo ultimo progetto Sunbathe, inaugurato nel 2017 con l'omonimo disco di debutto.
Somewhere In Between, splendida opera numero due a nome Sunbathe, dovrebbe davvero essere destinata a conquistare a Maggie il riconoscimento che merita. 
Il guitar pop della Morris è infatti uno dei più eleganti che si sentano in giro da un pezzo, sotto tutti i punti di vista, tanto che i dieci corposi pezzi dell'album dimostrano, con declinazioni diverse, un dominio del mondo indie pop quasi impressionante: ci sono inflessioni surf e illuminazioni dream pop, momenti che ricordano gli Alvvays e i Beths, un alternarsi di malinconica soffusa dolcezza e di distorta ed elettrica inquietudine, di luci e di ombre, di orecchiabile leggerezza (PMA su tutte) e di dilatata introspezione, il tutto esaltato dalla voce potente ed ispirata di Maggie, vero magnetico centro attrattore di tutto il progetto. 



 

08 aprile 2020

Don't - Lightning Slow ALBUM

Chitarre sfrigolanti e melodie terribilmente catchy. E' la formula perfetta scelta dai don't (d minuscola) di Frances Ma e Jared Sparkes per il loro album di debutto, sèguito di un EP che data addirittura al 2016.
Con uno spirito assolutamente da garage pop, artigianale e risoluto, la band di Detroit dispensa otto canzoni piene di elettricità buona che fanno subito primavera: garbate e vigorose al tempo stesso, arricchite da un synth solare, da un luminoso dinamismo e da semplici ed efficaci armonie vocali. 
Con uno stile ruvido e piacevole che mi ricorda un po' i Bats ma non è molto lontano da quello dei Seablite, che abbiamo lodato di recente.


 

03 aprile 2020

Honey Cutt - Coasting ALBUM

Ho scritto spesso e volentieri che Molly Rankin è il vero genio indie pop di questi anni. Ed è senz'altro così, ma è altrettanto indubitabile che emergano a poco a poco artiste/i in grado di rivaleggiare con la signora Alvvays. 
Tra tanti, al momento la poll position se la conquista alla grande Kaley Honeycutt, che con il secondo album a nome Honey Cutt dimostra di avere tutte le carte in regola per sedere nell'olimpo del nostro genere preferito.
Cresciuta in una famiglia numerosa e poverissima nella Florida centrale e trasferitasi a studiare a Boston, Kaley si è ritrovata senza una lira a comandare una band che in origine si chiamava Baby! (Sunny, F.L. uscito nel '17 era già un gioiellino in potenza) e che ora porta, spezzato a metà, il suo cognome. 
Fin dalle prime frizzanti note di Vacation, il pezzo che apre Coasting, ogni riferimento stilistico ai citati Alvvays o ai compianti Allo Darlin sembra quasi dichiarato. Ma in realtà il guitar pop solare e profumato di surf di Honeycutt si dipana nei dieci brani del disco con diverse efficaci e personali sfaccettature, mettendo al centro da una parte la voce sicura e versatile di Kaley e dall'altra la sua scrittura di profonda travolgente leggerezza. Per il resto è tutto un trionfo di chitare jangly e tremule, di cori floreali, echi, accelerazioni e ritornelli che ti si incollano addosso al primo ascolto con uno zuccheroso mastice melodico e che possiedono però un retrogusto sottilmente amaro che rende il tutto ancora più interessante. 
Formidabile!