Già due anni fa, con un EP di sei pezzi ricco di una luminosa eleganza, Linnea Siggelkow aveva indicato la sua personale via al dream pop più soffice e dolcemente malinconico, che all'epoca mi era sembrato un ponte ideale fra i concittadini (di Hamilton, Ontario) Alvvays e Basement Revolver, tra il gusto melodico dei primi e la scenograficità dei secondi.
Ritroviamo Ellis oggi con il suo vero album di debutto, intitolato Born Again, un lavoro di per sè ambizioso, prodotto con una evidente preoccupazione per la forma oltre che per il contenuto.
Le canzoni di Linnea, costruite attorno alla sua voce delicata, vanno costantemente alla ricerca di un effetto quasi catartico nei crescendo di chitarre, riverberi e synth, dando una dimensione più ampia ad un impianto che, nel suo profondo, resta cantautorale, introverso e "da cameretta".
Il risultato è ovunque piacevole, mai del tutto coinvolgente forse, ma sempre forte di una fragile raffinatezza che a tatti (Fall Apart soprattutto) brilla di una leggerezza pop davvero pregevole.
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