Se esiste un certo zeitgeist dell'indie pop di questi ultimi anni, probabilmente è quello perfettamente centrato dal quartetto di Edimburgo (ma anche dai Bleach Lab, dai Wolf Alice e da innumerevoli altre band): poderoso dinamismo, chitarre vigorose ma sapientemente domate, sensualità vagamente notturna che si raccoglie in paesaggi sonori cesellati da una produzione attenta ai dettagli e in una voce femminile carismatica, programmatica carica emozionale in ogni centimetro di canzone.
Non c'è dubbio che Alice Johnson e compagni abbiano fatto passi da gigante dal loro vero esordio, e che siano piuttosto consapevoli della propria bravura.
Swim School è in effetti un album pensato, suonato e cesellato da una band che vuole a tutti i costi far emergere la propria personalità (anche nell'immagine decisamente patinata ma assolutamente efficace) e farsi spazio fra tante proposte simili (ma non altrettanto valide).
I nove pezzi dell'album, dalla studiata aggressività di Heaven alla coda scintillante di Am I Good Enough Now, sono una sequenza a proprio modo torrenziale di potenziali hit alternative: hanno tutti un grandissimo tiro, aggrappato con le unghie e con i denti alla forza di chitarre urlanti e sfrigolanti, ma al contempo possiedono una obliqua immediatezza che li carica di un fascino sensuale, avvolgente e in definitiva sempre piacevole e catchy. On & On fra tutti gli episodi è il più memorabile ed è la perfetta cartina di tornasole dello stile dei Swim School: super melodico, elettrico, trascinante.

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