Nei sedici episodi (sedici!) di Revival troviamo per l'appunto un'antologia stilistica perfetta e completa di quello che è stato ed è il progetto Castlebeat.
I pezzi di Josh da sempre si collocano idealmente a cavallo di quattro quadranti: quelli dove prevalgono le chitarre (jangly quasi sempre, spesso sfrigolanti), quelli dove prevalgono i synth, quelli più apertamente catchy, quelli più sfumati ed atmosferici. Le variabili sono queste e tirano di più da una parte o dall'altra, mixando gli elementi e spingendo qua e là sul pedale di un post punk squadrato (Lies e Ivy League ad esempio). Le costanti sono la voce filtrata, la drum machine che scandisce una ritmica mid o uptempo, ed una morbidezza melodica di fondo che è comunque onnipresente ed è forse il segreto della ricetta (rigorosamente casalinga) di Castelbeat.
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