18 giugno 2025

flinch. - Misery Olympian ALBUM REVIEW

Sono ancora sbucciate le ginocchia di flinch. nella copertina del nuovo album, che esce a distanza di ben quattro anni da quell' enough is enough che all'epoca ci aveva fatto innamorare del suo fascino lo-fi (e proprio della sua copertina!)

Oggi, ci sembra di capire, attorno a Beth Balck c'è un'intera band a totale trazione femminile. 

Quello che non cambia è lo stile slacker rock essenziale, ironico e intelligente che avevamo già trovato allora. La dimensione è quella canonica: due chitarre elettriche, basso, batteria, la voce naturale di Beth che racconta i casi della sua vita.

I pezzi del quartetto scozzese trasudano indie dei '90 da ogni poro, ed è probabilmente il motivo principale per cui ci piacciono da morire: hanno quell'andamento obliquo e quel mix perfetto di spigoli, dolcezza e spontanea artigianalità che ci fa pensare subito alle band che si fanno le ossa suonando nei garage di periferia. 

I titoli da soli valgono come sempre il viaggio. Ne cito un paio: i heard monogamy and the patriarchy are best of friends (and Tennyson wrote that poem about his best friend); well maybe you're not afraid of me but I'm sure you've thought about me naked... 

Il mood è catarticamente e programmaticamente triste, ma su tutto aleggia un senso di grande (forse un po' sarcastica) leggerezza che rende ogni episodio terribilmente immediato e piacevole. 

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