Da allora nel nostro immaginario il Giappone è un po' una patria ideale del dream pop (penso anche al video di Glow In The Dark dei Night Flowers), anche se in verità non mi risulta che un genere così di nicchia sia più diffuso in terra nipponica rispetto ad altre parti del mondo, per quanto abbiamo spesso parlato con entusiasmo di ottime band giapponesi.
Fatto sta che una band dichiaratamente dream pop come i Kosmos na Potolke, quando hanno deciso rapidamente di lasciare la natia Russia in seguito allo scoppio della guerra, ha scelto di trasferirsi proprio a Tokyo, senza avere particolari ganci da quelle parti se non qualche musicista che conoscevano e già stava da quelle parti.
Vika Frolova e Ilia Kanukhin vivono in Giappone dal 2022 e lì hanno continuato a fare la musica che facevano prima, ovvero un guitar pop venato di psichedelia elettrica, dalla forte propensione melodica e scenografica, con liriche interamente in lingua russa (che, tra parentesi, ha una morbidezza perfetta per il genere), che potrebbe assomigliare a quello che suonano tanti gruppi scandinavi (i Kindsight, gli Holy Now...), ma anche ai Say Sue Me.
La leggerezza di tocco dei Kosmos na Potolke ("cosmo sul soffitto" la traduzione: trovatemi un nome più shoegazer di questo!) si è affinata in questo loro terzo album, il primo "giapponese" della loro carriera, che mette insieme con grande abilità e piacevolezza un'anima post punk ed una decisamente più immediata e catchy. Un pezzo come Целую, con la sua spontanea propulsività, trasmessa in modo perfetto dalla naturalezza vocale di Vika, la sua struttura per nulla scontata e la sua micidiale compattezza, può servire come passaporto della musica del gruppo russo. Così come le super orecchiabili Колдхарт e привет.
Ma i nostri sanno essere efficaci ed eleganti in tutti gli episodi del disco, portando avanti un approccio che riesce a dare uno sfondo sognante ad ogni pezzo con una grande economia di mezzi, senza quasi utilizzare i synth e lavorando invece moltissimo sull'intreccio delle chitarre e del basso e sulla scrittura, offrendo spesso una via al dream pop talmente essenziale da uscire forse dai contorni del genere, se non fosse per episodi come la spiraliforme холодно e il morbido e sfumato pezzo conclusivo, che rientrano maggiormente nei canoni.
L'album è bello, così come lo sono i due precedenti (gli album "russi"), che vi invito a recuperare. Davvero una bella scoperta!
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