22 novembre 2024

Red Sleeping Beauty - Diary ALBUM REVIEW

Quando cominciai a scrivere di indie pop scandinavo, quasi vent'anni fa, i Red Sleeping Beauty erano già considerati una piccola grande istituzione alternativa in Svezia. In effetti Kristina Borg, Mikael Mtssen e Nikals Angergård (quest'ultimo anima anche dei coevi e altrettanto mitologici Acid House Kings) hanno cianciato a suonare insieme in un'era in cui, per dire, la Sarah Records era aperta, band come i New Order e i Pet Shop Boys erano ancora in piena attività e a Stoccolma cominciavano a muovere i primi passi produttori come Denniz Pop e Max Martin, che avrebbero portato lo swedish pop touch ovunque nel mondo. 

Da tre decenni i Red Sleeping Beauty pubblicano musica, seppure con distanze anche siderali tra un'uscita e l'altra. L'ultima impresa è questo Diary, che raccoglie dieci canzoni uscite con cadenza mensile durante l'ultimo anno solare. 

Lo stile è ovviamente quello consueto dei RSB: un synth twee pop che affonda le radici negli anni '80, di per sé assolutamente démodé ma - in un'epoca in cui gli eighties sono tornati ovunque nella musica - assolutamente contemporaneo, raffinatissimo (anche nella grafica delle copertine), delicato e programmaticamente leggerissimo. Ispirato sia ad elementi precipuamente indie che al pop da classifica dell'epoca (vedi i nomi citati sopra), semplicissimo nella fattura e al contempo intriso di una eleganza compassata e cordiale insieme. 

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