07 ottobre 2024

Palomino Blond - You Feel It Too ALBUM REVIEW

I Palomino Blond fanno parte di quella nutrita schiera di giovani band che - a distanza di ormai trent'anni - suona indie rock come se vivesse nel 1994. In un mondo musicale che delle chitarre in generale se ne fa poco, è bello pensare come ci siano tanti ventenni che invece ne imbracciano una e ne esplorano il potenziale energetico e le distorsioni. Ovvio che a chi, come il sottoscritto, il 1994 l'ha vissuto in diretta (e ama le distorsioni), non può che fare immensamente piacere trovare tanti gruppi da suono acido e sfrigolante.

I Palomino Blond, che sono in tre - Carli Acosta, Peter Allen e Emma Arevalo - e vengono da una città apparentemente poco rock come Miami, Florida, sembrano nutrire un amore particolare per l'elettricità statica, tanto che non c'è un solo momento dei loro pezzi che non abbia un sottofondo magnificamente sfrigolante. Gli undici episodi di You Feel It Too, loro secondo album, suonano rudi e vigorosi in modo sfrontatamente programmatico, ma riflettono anche sulla loro superficie un po' algida una intensa fragilità e risplendono di un'aura catchy che emerge anche dove l'atmosfera si fa più densa.

Dentro le loro canzoni c'è un po' di emo (non nella vocalità però, che non è mai gridata ed anzi esibisce una costante dolcezza), un po' di shoegaze, tanto Dinosaur Jr., una selva di rimandi ai gruppi di quei '90s che dicevamo prima (dai Built To Spill in giù), persino qualche tentazione dream pop quando i pezzi si dilatano lungo paesaggi emotivi e la furia punk incontra colori psichedelici.

Un album potente, senza dubbio, piuttosto notturno nei toni, intriso di una forte immediatezza comunicativa, sempre molto scenografico, a tratti travolgente. 

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