Niente male come presentazione per il nuovo album, cari TAOCL. Ad ogni modo a me le montagne piacciono molto, così come mi sono piaciuti i vostri album precedenti (l'ultimo...solo tre mesi fa!).
Le dieci canzoni di Mountain Man ci fanno ritrovare l'essenzialità lo-fi di Christian Dam al suo stato più puro, ancor più spinta rispetto ai precedenti: in sostanza ci sono quasi solo chitarra, voce e pochissimo altro, tanto da farci pensare a un progetto parallelo dei norvegesi, impegnati apparentemente nel prosciugare in buona parte l'elettricità delle loro vecchie produzioni abbracciando uno stile semiacustico di intimistica spontaneità.
I riferimenti indie pop che costellavano Hang On qui lasciano il posto (e non è certo un difetto) ad una ricercata dimensione da singer songwriter che mette insieme la notturna delicatezza di Elliott Smith e l'inquietudine luminosa di Mark Linkous. Giusto l'apertura di Summer Rain Is Falling (due chitarre sfrigolanti e voce) e la successiva Need To Get Away possono servire da raccordo con i dischi precedenti. Poi, da Stuck On A Mountain in avanti, l'immersione in una pensosa quiete lontana da tutto e da tutti prende il dominio dell'album, con una serie di pezzi folk rock di ispirata fragilità lo-fi che mi ricordano moltissimo un altro norvegese, il compianto e mai abbastanza conosciuto St Thomas.
Un album bello e delicato, per i giorni di pioggia.
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