Nel caso delle LISASINSON, credo sia davvero la cosa più entusiasmante uscita dall'etichetta negli ultimi tempi. Se Perdona Mamà, l'album di debutto uscito un paio d'anni fa, metteva in luce il talento di una band a totale trazione femminile che ancora non sapeva ancora se essere riot girl punk o apertamente pop, Un Año De Cambios arriva - come recita anche il titolo - ad una sottile mutazione che da una parte ha tagliato metà del gruppo, incentrandosi oggi sulle sole Mìriam Ferrero (chitarra e voce) e Paola Barberàn (basso e voce), e dall'altra mette a fuoco lo stile LISASINSON ritagliando con sicurezza il suo posto da qualche parte fra le Bikini Kill, le Hinds e soprattutto i mai abbastanza celebrati conterranei Juniper Moon.
In Un Año De Cambios ci sono dodici pezzi sfrontatamente uptempo, arrembanti, travolgenti e catchy fino allo sfinimento, leggeri della leggerezza inarrivabile dei vent'anni, pieni di chitarre fragorose, ritornelli immediati cantati e cantabili a squarciagola, dolcezza e graffi, rabbia e autoironia. Il tutto in una mezzora scarsa che non lascia un secondo di respiro, torrenziale e melodica, punk nello spirito e pop nei muscoli (o viceversa): Mochi, Cancion de Entretiempo, Mira Chico, Cuchillos, Todo Mal sono canzoni letteralmente micidiali nella loro programmatica semplicità: le due voci molto teen di Mìriam e Paula che giocano a inseguirsi e sovrapporsi, le chitarre che fioriscono subito di elettricità, la ritmica rapida ed essenziale, le liriche che sono fatte apposta per appiccicarsi addosso al primo ascolto.
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