Tony a San Francisco non è un novellino e i suoi Ovens sono stati una piccola istituzione della scena jangly locale. Sarah da parte sua ha già pubblicato diverse cose come il moniker Dawn Riding e senz'altro condivide con il nuovo compagno di viaggio un'attitudine di malinconica morbidezza folk.
I due dichiarano a gran voce il proprio amore per i Byrds e i Guide By Voices, e in effetti nelle canzoni di questo In The Store ci sono sia la cristallina rotondità dei primi che la contagiosa essenzialità dei secondi: raramente si superano i due minuti di durata, le chitarre sono un delizioso misto di pop da cameretta e scampanellii jangly, e pure non c'è un solo momento che non colpisca per la sua imperfetta, spontanea ed efficacissima perfezione. Prenderei giusto come esempio il minuto e 6 secondi di For Today, che profuma di un'intera stagione di indie americano (quello dei Novanta) denudandola di ogni elettricità fino a mostrarne l'anima, in uno stile che non è affatto lontano da quello di Elliot Smith. Discorso che si può fare per quasi tutti i pezzi dell'album che, se dobbiamo trovare davvero un difetto, dura così poco che alla fine ti lascia ancora con l'acquolina in bocca.
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