E' probabilmente una questione di attitudine che potremmo semplicemente definire "pop": attitudine che travalica il genere e che si incarna in un'idea di entusiasmo condiviso con il pubblico, nelle melodie programmaticamente cantabili, nella luminosa positività di ogni canzone.
Ecco, una band come i londinesi Sundries appartiene di diritto alla lista, e già pubblicare un EP il cui titolo inneggia alle "gioie della primavera" è una dichiarazione di intenti piuttosto chiara. I 4 episodi del disco (che è il secondo del gruppo: consiglio di recuperare l'ottimo esordio Magic Johnson) riflettono in pieno quell'anima pop che dicevamo: chitarre jangly ovunque scintillanti, la forte personalità vocale di Alice Player sempre sotto i riflettori, ed intorno un florilegio di ritornelli catchy, synth, tromba, handclapping e buonumore assortito, con in più quella disarmante sincerità twee che amiamo alla follia ogni volta che ce la troviamo davanti.
Considerando che si tratta di un gruppo che si autoproduce, entrambi gli EP sono dei piccoli prodigi che meriterebbero una platea davvero vasta.
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