Il jangle pop, lo sappiamo bene, ha una tradizione lunga e ramificata, da questa e dall'altra parte dell'oceano (e pure in Australia e in Asia in verità), e attraversa ormai sessant'anni di storia del rock e del pop. Molti artisti oggi lo utilizzano come coloritura per il proprio stile personale. Pochi ne fanno una vera scelta di purezza, andando ad abbeverarsi direttamente alla fonte primaria dei Byrds e a quella secondaria dei Teenage Fanclub del periodo più scampanellante. Tra questi senz'altro l'iperattivo Roger Donaldson (The Reds Pinks & Purples) ma anche i forse meno prolifici ma altrettanto innamorati del genere Andrew Taylor e Gonzalo Marcos.
Arrivati al terzo album (il titolo parla chiaro), i due musicisti uniscono di nuovo le forze "a distanza" (Scozia - Spagna) in nome delle didici corde, coinvolgendo anche una figura mitica dell'underground americano come Mary Lou Lord (una che è stata amica, o forse qualcosa in più, del giovanissimo Cobain e che ha lavorato con Elliott Smith).
I dieci nuovi pezzi dei TBWTPN scorrono via con una fresca dolcezza senza tempo, sempre pienamente luminosi - chitarre che si intrecciano e cori di miele - sempre in nome di una rotondità melodica che non ha alcuna tentazione di fare deviazioni dalla propria canonicissima strada.
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