15 giugno 2022

The Age of Colored Lizards - Scrap ALBUM REVIEW

Scrap è il terzo album dei The Age Of Colored Lizards ma, devo confessarlo, ho scoperto la band di Oslo con colpevole ritardo soltanto di recente. Una scoperta tanto casuale quanto fortunata che mi ha spinto a ripercorrere le pubblicazioni passate del gruppo di Christian Dam con entusiasmo crescente.

TAOCL è una di quelle band che musicalmente sembra avere preso la macchina del tempo ed essersi catapultata in un momento storico preciso, suonando esattamente con lo stile, il retroterra e i mezzi di quell'epoca. Nel caso dei norvegesi io direi che siamo dalle parti del 1992: C86, primo dream pop e shoegaze già canonizzati e sulla via dell'addolcimento melodico, Teenage Fanclub e Verve al loro apice elettrico, lo space rock degli Spiritualized in rampa di lancio e l'indie americano dei Dinosaur Jr come splendido rumore di fondo. 

Il guitar pop di Christian Dam ha sostanzialmente questo paesaggio intorno a sé e ci si muove perfettamente a proprio agio come chi conosce bene tutti i sentieri possibili. 

Gli otto pezzi di Scrap declinano l'idea di psichedelia gentile e crepuscolare di Christian Dam e lo fanno in modi sottilmente diversi, ora giocando di sfumature e suggestioni (il mare di riverberi di It's All Gone), ora adottando un approccio più immediato (Solitary YouBlurry Eyes con la loro sfrontata dolcezza catchy), quasi sempre cercando di avvolgere l'ascoltatore nelle spire elettriche di melodie morbidamente circolari, che ricordano tanto i Ride quanto gli Slowdive (l'iniziale Nothing To Say è un ottimo passaporto per l'intero album in questo senso).

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