Went to Ramones when I was thirteen / they're the coolest thing I had ever seen / Now I'm looking back and wondering / Was it Them or was it me. Con queste liriche inizia l'album degli Swansea Sound: con una ironica e bonaria confessione retrospettiva di quattro musicisti che, per l'appunto, avevano tredici anni ai tempi dei Ramones e tre ai tempi dei Kinks, ed ora non possono che sentirsi intorno un Rock N Roll Void.
Tuttavia, superando ogni tentazione nostalgica o lamentosa, il quartetto formato da Hue Williams, Amelia Fletcher, Rob Pursey e Ian Button dichiara a gran voce nelle sue canzoni una gran voglia di fare "fast, political, loud indiepop punk". Ed è proprio quello che ritroviamo nei tredici episodi di Live At The Rum Puncheon, che suonano esattamente come avrebbero suonato quando Swansea Sound era una radio in attività (a fine '80 quindi) e i Nostri già militavano in band che hanno fatto la storia dell'indie pop.
You gotta fight / Resist over production cantano I nostri in Indies Of The World - che è a mio parere l'episodio più memorabile del lotto - ed è un proclama coerentemente rispettato: tutto nel guitar pop tangente punk degli Swansea Sound è essenziale, immediato e insieme efficacissimo. L'impressione a tratti è di trovarsi davanti agli Heavenly (I Sold My Soul On Ebay) o ai primi Hefner (Let It Happen) ed è una piacevole impressione, ma in definitiva gli Swansea Sound possiedono la loro personalissima dimensione rock n roll, proprio nel senso che si sente che sono dei vecchi amici che suonano insieme e si divertono un mondo a farlo. Così come si divertono a sorridere sarcasticamente del loro passato (vedi The Pooh Sticks e Corporate Indie Band) e persino del nostro confuso presente (Freedom Of Speech).
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